31 maggio 2018

da “Gabriella garofano e cannella” – Jorge Amado

Fernando Botero - Le sorelle
da “Gabriella garofano e cannella” – Jorge Amado
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Si schermirono, vezzeggiarono, si fecero pregare, ed accettarono. Non senza prima dichiarare che lo facevano esclusivamente per Nacib, giovane distinto. Dove s’era mai visto ordinare il giorno prima un pranzo per trenta persone e tutte importanti? Senza considerare il tempo tolto per il presepio, non sarebbe avanzato neppure un attimo per tagliare mezza figura. Oltre a dover trovare qualche aiutante...
- Avevo dato una mezza parola a due ragazze per aiutare Filomena...
- No... Oh no... Preferiamo donna Jucundina e le figlie. Siamo già abituate con lei. E poi cucina bene.
- Accetterebbe di venirmi a cucinare in casa?
- Chi? Jucundina? Non ci pensate nemmeno Nacib: e la sua casa, e i tre figli già grandi, e il marito, chi ci pensa? Per noi, una volta tanto, lei viene, per amicizia...
Chiesero una cifra enorme, una pazzia. Con il prezzo già fissato quel pranzo non gli avrebbe fruttato nulla.
Se non fosse stato perché Nacib aveva già preso l’impegno con Moacir e il russo... Ma era uomo di parola, non avrebbe lasciato gli amici senza cena per gli invitati. Come pure non avrebbe lasciato il bar senza dolcetti e salatini. Se l’avesse fatto avrebbe perduto la clientela con un danno ancora maggiore. Ma non poteva durare più di qualche giorno; altrimenti, dove sarebbe andato a finire?
- È tanto difficile trovare una buona cuoca, - si lamentò Florzinha.
- Quando ce n’è una se la disputano, - concluse Quinquina.
Era vero.
Una buona cuoca ad Ilhéus valeva oro. Le famiglie ricche le mandavano a prendere ad Aracajù, a Feira-de-Sant’Ana, ad Estancia.
- Allora va bene. Mando Chico Moleza per le compere.
- Prima è, meglio è, Nacib.
Si alzò, dette la mano alle zitelle. Guardò ancora una volta le riviste e il presepio:
- Porterò le riviste, state tranquille. E grazie per avermi tolto da...
- Non c'è di che. Lo facciamo per lei. Però dovrebbe sposarsi, Don Nacib. Se fosse sposato non le succederebbero queste cose...
- Con tutte le donne nubili di questa città... E capaci.
- Ne conosco una che va benissimo per lei, Don Nacib. Donna a posto, senza grilli per la testa, non è come quelle che pensano solo al cinema e al ballo... Distinta, sa anche suonare il piano. È soltanto povera...
La mania delle zitelle era quella di procacciare matrimoni.
Nacib rise:
- Quando deciderò di sposarmi verrò subito qui, a cercare una sposa.
(…)

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