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30 maggio 2018

da “I quaderni del carcere” – Antonio Gramsci

da “I quaderni del carcere” – Antonio Gramsci

“Si tratta dunque di un’infallibilità a buon mercato e che non solo non ha significato teorico, ma ha scarsissima portata politica ed efficacia pratica: in generale non produce altro che prediche moralistiche e quistioni personali interminabili. Quando un movimento di tipo boulangista si produce, l’analisi dovrebbe realisticamente essere condotta secondo questa linea:
1) contenuto sociale della massa che aderisce al movimento;
2) questa massa che funzione aveva nell’equilibrio di forze, che va trasformandosi come il nuovo movimento dimostra col suo stesso nascere?
3) le rivendicazioni che i dirigenti presentano e che trovano consenso quale significato hanno politicamente e socialmente? A quali esigenze effettive corrispondono?
4) esame della conformità del mezzi al fine proposto;
5) solo in ultima analisi, e presentata in forma politica e non moralistica, si prospetta l’ipotesi che tale movimento necessariamente verrà snaturato e servirà a ben altri fini da quelli che le moltitudini seguaci se ne attendono.
Invece questa ipotesi viene affermata preventivamente quando nessun elemento concreto (che cioè appaia tale con l’evidenza del senso comune e non per una analisi “scientifica” esoterica) esiste ancora per suffragarla, così che essa appare come una accusa moralistica di doppiezza e di malafede o di poca furberia, di stupidaggine (per i seguaci)”.

Gramsci prende ad esempio il movimento boulangista sviluppatosi in Francia alla fine del XIX secolo, un movimento populista ante litteram e sui generis, ma che nelle sue caratteristiche salienti può servire adeguatamente come sintesi di un ragionamento volto a sviscerare il come va analizzato un movimento del genere.
da Manifesto of blasphemy blog spot

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