dipinto di Michael e Inessa Garmash
da Il Talento del cuoco – Martin Suter
(…)
La Love Food cominciò a lavorare regolarmente per Kull. Il luogo era sempre lo stesso: l’appartamento in Falkengässchen. Solo gli ospiti cambiavano. Soprattutto gli uomini.
René Kull forniva escort a una clientela particolarmente esigente, per lo più internazionale. Uomini che facevano affari sul mercato finanziario, che sedevano al vertice della FIFA o che volevano solo una parentesi piacevole prima delle feste in montagna con la famiglia. Tenevano moltissimo alla discrezione e discrezione e spesso erano accompagnati da gorilla di poche parole che si portavano dietro panini da mangiare in soggiorno durante l’attesa.
Kull aveva accettato tranquillamente il prezzo che Andrea aveva chiesto senza grandi speranze: duemila franchi, bevande escluse.
Era la prima volta che Andrea si trovava a frequentare questo ambiente e ne era affascinata. Ben presto cominciò a fare amicizia con le escort, che arrivavano quasi sempre prima dei clienti e ingannavano l’attesa in salotto con un drink e un paio di sigarette. Erano belle, indossavano abiti prét-à-porter e gioielli costosi e la trattavano come una del gruppo. Andrea ci parlava volentieri. Avevano senso dell’umorismo e raccontavano del loro lavoro con ironica distanza, strappandole sempre qualche risata. Le donne amavano questi appuntamenti perché si mangiava bene. E perché, come aveva spiegato una brasiliana, quello che succedeva dopo non era così male.
Andrea aveva pochi contatti con gli uomini. Di solito arrivavano in compagnia di Rohrer, il factotum di Kull, che li conduceva subito in camera e poi spariva.
Durante il servizio la loro attenzione era tutta concentrata sulla donna con cui stavano mangiando.
Una volta Andrea era stata confinata in cucina con Maravan. Già prima dell’arrivo dell’ospite, in Falkengässchen regnava una grande agitazione. Diverse guardie del corpo
avevano perquisito l’appartamento e una si era piazzata in cucina. Dopo che l’uomo misterioso era passato davanti alla porta chiusa per raggiungere la camera, era arrivato un altro bodyguard e aveva preso in mano il servizio. Andrea doveva solo illustrargli i piatti. Dopo ogni portata tornava da lei e si esercitava con la presentazione della successiva finché non si udiva il suono della campanella.
“Vorrei tanto sapere chi era l’ospite misterioso” aveva detto Andrea mentre scendeva in ascensore insieme a Maravan.
“Io no2 aveva replicato lui.
A infastidire Maravan non era tanto la dubbia moralità del lavoro, quanto il ruolo che gli avevano assegnato. Quando cucinava per le coppie in terapia veniva trattato con lo stesso rispetto che si riservava a un medico o a un altro specialista in grado di risolvere un problema. In occasione dei pochi servizi di catering normale veniva celebrato come una star.
In Falkengässchen, invece, veniva completamente ignorato. Poteva anche avere in testa un cappello da cuoco alto un metro, ma nessuno gli prestava attenzione. Quasi non vedeva gli ospiti e quando Andrea tornava in cucina con i piatti dell’ultima portata non gli riferiva mai un complimento.
Come sguattero era abituato a stare nell’ombra, ma ora non era più un semplice aiuto di cucina: gli ospiti venivano per le sue creazioni! Era merito suo e della sua arte se ottenevano quel che desideravano. In poche parole, l’artista Maravan si sentiva trascurato.
E, cosa ancora peggiore, anche l’uomo.
Il rapporto con Andrea non si stava evolvendo come sperava.
Credeva che stando insieme quasi tutti i giorni, a stretto contatto, come complici, si sarebbero avvicinati l’uno a ll’altra. in effetti era successo, ma avevano un rapporto cameratesco, quasi come fratello e sorella. il lato erotico della loro attività non si rifletteva sul legame personale.
Se il rapporto con Maravan non andava oltre una cordiale simpatia tra colleghi, quello tra Andrea e le donne che lavoravano per Kull era invece molto confidenziale.
Si davano del tu, si abbracciavano con trasporto già al secondo incontro, come amiche che non si vedevano da tempo, e nell’attesa del cliente di turno – Maravan usava intenzionalmente la parola “cliente” di fronte ad Andrea chiacchieravano ridendo e fumando sui divani bianchi.
Andrea sembrava particolarmente attratta da un’alta etiope di nome Makeda. A dire il vero, lei riusciva a suscitare la gelosia di Maravan.
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La Love Food cominciò a lavorare regolarmente per Kull. Il luogo era sempre lo stesso: l’appartamento in Falkengässchen. Solo gli ospiti cambiavano. Soprattutto gli uomini.
René Kull forniva escort a una clientela particolarmente esigente, per lo più internazionale. Uomini che facevano affari sul mercato finanziario, che sedevano al vertice della FIFA o che volevano solo una parentesi piacevole prima delle feste in montagna con la famiglia. Tenevano moltissimo alla discrezione e discrezione e spesso erano accompagnati da gorilla di poche parole che si portavano dietro panini da mangiare in soggiorno durante l’attesa.
Kull aveva accettato tranquillamente il prezzo che Andrea aveva chiesto senza grandi speranze: duemila franchi, bevande escluse.
Era la prima volta che Andrea si trovava a frequentare questo ambiente e ne era affascinata. Ben presto cominciò a fare amicizia con le escort, che arrivavano quasi sempre prima dei clienti e ingannavano l’attesa in salotto con un drink e un paio di sigarette. Erano belle, indossavano abiti prét-à-porter e gioielli costosi e la trattavano come una del gruppo. Andrea ci parlava volentieri. Avevano senso dell’umorismo e raccontavano del loro lavoro con ironica distanza, strappandole sempre qualche risata. Le donne amavano questi appuntamenti perché si mangiava bene. E perché, come aveva spiegato una brasiliana, quello che succedeva dopo non era così male.
Andrea aveva pochi contatti con gli uomini. Di solito arrivavano in compagnia di Rohrer, il factotum di Kull, che li conduceva subito in camera e poi spariva.
Durante il servizio la loro attenzione era tutta concentrata sulla donna con cui stavano mangiando.
Una volta Andrea era stata confinata in cucina con Maravan. Già prima dell’arrivo dell’ospite, in Falkengässchen regnava una grande agitazione. Diverse guardie del corpo
avevano perquisito l’appartamento e una si era piazzata in cucina. Dopo che l’uomo misterioso era passato davanti alla porta chiusa per raggiungere la camera, era arrivato un altro bodyguard e aveva preso in mano il servizio. Andrea doveva solo illustrargli i piatti. Dopo ogni portata tornava da lei e si esercitava con la presentazione della successiva finché non si udiva il suono della campanella.
“Vorrei tanto sapere chi era l’ospite misterioso” aveva detto Andrea mentre scendeva in ascensore insieme a Maravan.
“Io no2 aveva replicato lui.
A infastidire Maravan non era tanto la dubbia moralità del lavoro, quanto il ruolo che gli avevano assegnato. Quando cucinava per le coppie in terapia veniva trattato con lo stesso rispetto che si riservava a un medico o a un altro specialista in grado di risolvere un problema. In occasione dei pochi servizi di catering normale veniva celebrato come una star.
In Falkengässchen, invece, veniva completamente ignorato. Poteva anche avere in testa un cappello da cuoco alto un metro, ma nessuno gli prestava attenzione. Quasi non vedeva gli ospiti e quando Andrea tornava in cucina con i piatti dell’ultima portata non gli riferiva mai un complimento.
Come sguattero era abituato a stare nell’ombra, ma ora non era più un semplice aiuto di cucina: gli ospiti venivano per le sue creazioni! Era merito suo e della sua arte se ottenevano quel che desideravano. In poche parole, l’artista Maravan si sentiva trascurato.
E, cosa ancora peggiore, anche l’uomo.
Il rapporto con Andrea non si stava evolvendo come sperava.
Credeva che stando insieme quasi tutti i giorni, a stretto contatto, come complici, si sarebbero avvicinati l’uno a ll’altra. in effetti era successo, ma avevano un rapporto cameratesco, quasi come fratello e sorella. il lato erotico della loro attività non si rifletteva sul legame personale.
Se il rapporto con Maravan non andava oltre una cordiale simpatia tra colleghi, quello tra Andrea e le donne che lavoravano per Kull era invece molto confidenziale.
Si davano del tu, si abbracciavano con trasporto già al secondo incontro, come amiche che non si vedevano da tempo, e nell’attesa del cliente di turno – Maravan usava intenzionalmente la parola “cliente” di fronte ad Andrea chiacchieravano ridendo e fumando sui divani bianchi.
Andrea sembrava particolarmente attratta da un’alta etiope di nome Makeda. A dire il vero, lei riusciva a suscitare la gelosia di Maravan.
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