David Lloyd Glover - Paris Cafe Society Painting
da “La relazione” – Andrea Camilleri
(…)
Mauro non se la sente di andarsi a coricare così presto. E non ha nemmeno voglia di trascorrere quella serata, come la precedente alternando un’occhiata distratta alla televisione con la lettura dei titoli dei giornali. Potrebbe, tanto per variare, andare a prendere un romanzo dalla libreria di Mutti, che ne è fornitissima, ma i romanzi l’annoiano. Che fare? Va in salotto, spalanca la finestra, s’affaccia. La sera romana è calda e invitante, già estiva. Certamente una passeggiata gli concilierebbe il sonno. Perché no? Dieci minuti dopo varca il portone di casa, avviandosi verso il lungotevere. C’è molto traffico, addirittura nei pressi del ponte si era creato un ingorgo e lui è costretto a fare un faticoso slalom tra le macchine. Sta sudando. E se si togliesse la giacca? Non è mai uscita da casa in maniche di camicia, gli è sempre parsa una manifestazione di volgarità. Ma quella sera se la toglie e se la mette sul braccio. Anzi, fa di più, allenta la cravatta e si slaccia il primo bottone della camicia. Poi davanti a lui si spalanca piazza del Popolo animata di gente che passeggia, discute, canta. si dirige verso uno dei due caffè che si fronteggiano. I tavolini all’aperto sono tutti occupati. Nel caffè dirimpetto invece ne trova uno libero. Siede.
Mentre ordina una menta con ghiaccio, si stupisce. E’ dal tempo della sua giovinezza che non ne beve più, non sa neppure lui perché l’abbia chiesta. Il suo tavolo è proprio sull’orlo del marciapiedi, dall’altra parte della strada ci sono dei taxi fermi al posteggio.
Si distrae a guardare di sottecchi una coppia giovane seduta accanto. E’ chiaro che stanno ferocemente litigando a bassa voce. Si sforza di sentire quello che dicono, ma c’è troppo rumore attorno. Il cameriere gli porta la bibita. Comincia a sorseggiarla, fa una smorfia, troppo dolce.
“Vaffanculo, stronzo!”
A gridare è stata la ragazza che, balzata in piedi, si sta adesso allontanando veloce. Il ragazzo si fruga nelle tasche, lascia una banconota sul vassoio e si lancia al’’inseguimento.
lo sguardo distratto di mauro cade sulla fila di taxi. una coppia, che lui vede di spalle, ha appena raggiunto l’auto di testa. L’uomo, un cinquantenne alto e aitante, apre lo sportello alla donna. Questa, che è in abito da sera lungo, nell’entrare in macchina per un istante si mostra di profilo. Mauro si sente inchiodare alla sedia. E’ la sconosciuta. L’uomo chiude lo sportello. Mauro continua a scorgere bene il profilo di lei perché il finestrino è abbassato. Lentamente, e con una sorta d’inspiegabile delusione, si rende conto che non si tratta della sconosciuta, ma di una donna che molto le somiglia. Ora anche l’uomo è entrato nel taxi, l’auto parte.
Adesso Mauro desidera trovarsi il più lontano possibile da quel luogo. Paga, si alza ma con stupore scopre di avere le gambe malferme, non ce la farà a tornare a piedi. Si fa accompagnare da un taxi.
A casa, tra le protettive mura domestiche, il suo inspiegabile nervosismo si placa. Non intende ripensare all’effetto che ha avuto su di lui la vista di quella donna somigliante alla sconosciuta, desidera solo dormire.
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Mauro non se la sente di andarsi a coricare così presto. E non ha nemmeno voglia di trascorrere quella serata, come la precedente alternando un’occhiata distratta alla televisione con la lettura dei titoli dei giornali. Potrebbe, tanto per variare, andare a prendere un romanzo dalla libreria di Mutti, che ne è fornitissima, ma i romanzi l’annoiano. Che fare? Va in salotto, spalanca la finestra, s’affaccia. La sera romana è calda e invitante, già estiva. Certamente una passeggiata gli concilierebbe il sonno. Perché no? Dieci minuti dopo varca il portone di casa, avviandosi verso il lungotevere. C’è molto traffico, addirittura nei pressi del ponte si era creato un ingorgo e lui è costretto a fare un faticoso slalom tra le macchine. Sta sudando. E se si togliesse la giacca? Non è mai uscita da casa in maniche di camicia, gli è sempre parsa una manifestazione di volgarità. Ma quella sera se la toglie e se la mette sul braccio. Anzi, fa di più, allenta la cravatta e si slaccia il primo bottone della camicia. Poi davanti a lui si spalanca piazza del Popolo animata di gente che passeggia, discute, canta. si dirige verso uno dei due caffè che si fronteggiano. I tavolini all’aperto sono tutti occupati. Nel caffè dirimpetto invece ne trova uno libero. Siede.
Mentre ordina una menta con ghiaccio, si stupisce. E’ dal tempo della sua giovinezza che non ne beve più, non sa neppure lui perché l’abbia chiesta. Il suo tavolo è proprio sull’orlo del marciapiedi, dall’altra parte della strada ci sono dei taxi fermi al posteggio.
Si distrae a guardare di sottecchi una coppia giovane seduta accanto. E’ chiaro che stanno ferocemente litigando a bassa voce. Si sforza di sentire quello che dicono, ma c’è troppo rumore attorno. Il cameriere gli porta la bibita. Comincia a sorseggiarla, fa una smorfia, troppo dolce.
“Vaffanculo, stronzo!”
A gridare è stata la ragazza che, balzata in piedi, si sta adesso allontanando veloce. Il ragazzo si fruga nelle tasche, lascia una banconota sul vassoio e si lancia al’’inseguimento.
lo sguardo distratto di mauro cade sulla fila di taxi. una coppia, che lui vede di spalle, ha appena raggiunto l’auto di testa. L’uomo, un cinquantenne alto e aitante, apre lo sportello alla donna. Questa, che è in abito da sera lungo, nell’entrare in macchina per un istante si mostra di profilo. Mauro si sente inchiodare alla sedia. E’ la sconosciuta. L’uomo chiude lo sportello. Mauro continua a scorgere bene il profilo di lei perché il finestrino è abbassato. Lentamente, e con una sorta d’inspiegabile delusione, si rende conto che non si tratta della sconosciuta, ma di una donna che molto le somiglia. Ora anche l’uomo è entrato nel taxi, l’auto parte.
Adesso Mauro desidera trovarsi il più lontano possibile da quel luogo. Paga, si alza ma con stupore scopre di avere le gambe malferme, non ce la farà a tornare a piedi. Si fa accompagnare da un taxi.
A casa, tra le protettive mura domestiche, il suo inspiegabile nervosismo si placa. Non intende ripensare all’effetto che ha avuto su di lui la vista di quella donna somigliante alla sconosciuta, desidera solo dormire.
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