dipinto di Aldo Balding
da “Tuttomio – Andrea Camilleri
(…)
Una volta che sono andati a Canneto hanno fatto la sciocchezza di prendere la Mercedes decappottabile, una vera sciccheria argentata.
Quando, al tramonto, si sono decisi a tornare, hanno scoperto che dei cretini erano riusciti a pisciarci dentro da un finestrino lasciato un pochino aperto per far circolare l’aria.
Canneto è u pezzo di spiaggia perso, frequentato i9n maggioranza da bulli e ragazzi di vita che sembrano fare la parodia di loro stessi.
La prima volta che sci sono stati, l’anno avanti, Giulio, mano al portafogli, si era messo subito d’accordo con Franco, il proprietario del piccolo stabilimento, che al solo vedere come si muove si capisce che razza di delinquente ergastolano sia.
E quello deve aver fatto passare la parola immediatamente, che nessuno s’accosti a quella coppia o saranno guai.
Infatti i quattro giovani tori da monta che girellavano vicino alla riva si sono limitati a stendersi a distanza di sicurezza senza nemmeno osare guardarli.
Lei ha cominciato e leggere il giallo che si era portato appresso. Giulio, steso accanto, ha aperto il giornale.
Ma lei ogni tanto sollevava gli occhi e osservava, non vista, i quattro.
A un certo punto uno si è alzato, invitando un suo compagno a fare altrettanto. Hanno cominciato a lottare, per gioco ma soprattutto sperando di richiamare la sua attenzione ed esibirsi davanti a lei.
Dopo una decina di minuti i corpi avvinghiati luccicavano di sudore,
sfuggivano alla presa, anguille ansanti, sculture viventi di gladiatori, mentre la lotta da scherzo che era stata all’inizio rapidamente stava mutando in qualcosa di più serio, ora non ridevano più, anzi dalle loro labbra sfuggivano mugolii, gemiti, lamenti, le mani feroci stringevano con tanta forza la carne abbronzata dell’avversario da lasciarvi un’impronta bianca, come una lacerazione, una scuoiatura.
e ogni tanto, appena tra i due corpi c’era spazio sufficiente, si davano testate violente, come i tori ch erano.
Cadevano sulla sabbia e si rialzavano, oppure vi si rotolavano fusi in un abbraccio che a tratti assumeva tutta l’oscenità di un atto di violenza sessuale.
E gli altri due che facevano da spettatori a incitarli, ad aizzarli senza sosta con grida e voci rauche.
Improvvisamente il costume di uno era scivolato in basso scoprendo del tutto i sesso turgido ed eretto, ma quello nemmeno se ne era accorto e aveva continuato a lottare.
Se ne era accorto invece l’avversario, che con una mano gli aveva agguantato i coglkioni torcendoglieli.
Allora Arianna aveva distolto lo sguardo e chiuso gli occhi, tentando di controllare il respiro che le si era fatto affannoso.
Allungato accanto a le, Giulio si era addormentato.
Ma già alla seconda volta di Canneto, si era accorta che al suo apparire si accendevano tra i ragazzi in spiaggia sfide, risse, competizioni.
Si mettevano a giocare a una specie di pallavolo sino a cadere sfiniti sulla sabbia, oppure ingaggiavano feroci battaglie a colpi di gavettoni.
Per mettersi in mostra, farsi notare.
Certamente conoscevano il motivo della loro presenza.
Forse un tempo capitava così al mercato degli schiavi.
li facevano lottare, correre, saltare, e poi compravano i più resistenti, i più muscolosi…
Be’, non è detto che i più muscolosi….
Sorride.
La prima volta che aveva visto Angelo stava tornando a riva ed era rimasta letteralmente paralizzata, senza fiato. Un pugno in mezzo al petto. Fermo sulla battigia c’era un venticinquenne di una bellezza…
(…)
(…)
Una volta che sono andati a Canneto hanno fatto la sciocchezza di prendere la Mercedes decappottabile, una vera sciccheria argentata.
Quando, al tramonto, si sono decisi a tornare, hanno scoperto che dei cretini erano riusciti a pisciarci dentro da un finestrino lasciato un pochino aperto per far circolare l’aria.
Canneto è u pezzo di spiaggia perso, frequentato i9n maggioranza da bulli e ragazzi di vita che sembrano fare la parodia di loro stessi.
La prima volta che sci sono stati, l’anno avanti, Giulio, mano al portafogli, si era messo subito d’accordo con Franco, il proprietario del piccolo stabilimento, che al solo vedere come si muove si capisce che razza di delinquente ergastolano sia.
E quello deve aver fatto passare la parola immediatamente, che nessuno s’accosti a quella coppia o saranno guai.
Infatti i quattro giovani tori da monta che girellavano vicino alla riva si sono limitati a stendersi a distanza di sicurezza senza nemmeno osare guardarli.
Lei ha cominciato e leggere il giallo che si era portato appresso. Giulio, steso accanto, ha aperto il giornale.
Ma lei ogni tanto sollevava gli occhi e osservava, non vista, i quattro.
A un certo punto uno si è alzato, invitando un suo compagno a fare altrettanto. Hanno cominciato a lottare, per gioco ma soprattutto sperando di richiamare la sua attenzione ed esibirsi davanti a lei.
Dopo una decina di minuti i corpi avvinghiati luccicavano di sudore,
sfuggivano alla presa, anguille ansanti, sculture viventi di gladiatori, mentre la lotta da scherzo che era stata all’inizio rapidamente stava mutando in qualcosa di più serio, ora non ridevano più, anzi dalle loro labbra sfuggivano mugolii, gemiti, lamenti, le mani feroci stringevano con tanta forza la carne abbronzata dell’avversario da lasciarvi un’impronta bianca, come una lacerazione, una scuoiatura.
e ogni tanto, appena tra i due corpi c’era spazio sufficiente, si davano testate violente, come i tori ch erano.
Cadevano sulla sabbia e si rialzavano, oppure vi si rotolavano fusi in un abbraccio che a tratti assumeva tutta l’oscenità di un atto di violenza sessuale.
E gli altri due che facevano da spettatori a incitarli, ad aizzarli senza sosta con grida e voci rauche.
Improvvisamente il costume di uno era scivolato in basso scoprendo del tutto i sesso turgido ed eretto, ma quello nemmeno se ne era accorto e aveva continuato a lottare.
Se ne era accorto invece l’avversario, che con una mano gli aveva agguantato i coglkioni torcendoglieli.
Allora Arianna aveva distolto lo sguardo e chiuso gli occhi, tentando di controllare il respiro che le si era fatto affannoso.
Allungato accanto a le, Giulio si era addormentato.
Ma già alla seconda volta di Canneto, si era accorta che al suo apparire si accendevano tra i ragazzi in spiaggia sfide, risse, competizioni.
Si mettevano a giocare a una specie di pallavolo sino a cadere sfiniti sulla sabbia, oppure ingaggiavano feroci battaglie a colpi di gavettoni.
Per mettersi in mostra, farsi notare.
Certamente conoscevano il motivo della loro presenza.
Forse un tempo capitava così al mercato degli schiavi.
li facevano lottare, correre, saltare, e poi compravano i più resistenti, i più muscolosi…
Be’, non è detto che i più muscolosi….
Sorride.
La prima volta che aveva visto Angelo stava tornando a riva ed era rimasta letteralmente paralizzata, senza fiato. Un pugno in mezzo al petto. Fermo sulla battigia c’era un venticinquenne di una bellezza…
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