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22 maggio 2018

Il vecchio castello – Annette von Droste-Hulshoff

dipinto di Carl Vilhelm Holsoe
Il vecchio castello – Annette von Droste-Hulshoff

Alla rocca abito sul monte,
Sotto di me il lago azzurro,
Di notte sento i coboldi,
Di giorno le aquile del cielo,
E i ritratti ingrigiti degli antenati
Mi sono compagni di stanza,
Cassapanca e insegne
Mio sono sofà e armadio.

Quando passeggio in terrazza,
Come uno spirito tra le pietre runiche,
Vedo sotto di me la pallida
Città vecchia al chiaro di luna,
Al terrapieno fischia forte il vento,
– Sono civette o paggi? –
Spesso non mi è chiaro:
Sono viva o sepolta?

Davanti a me si spalanca l’atrio
Del grigio portone, vuoto e lungo,
Con strano suono rimbomba
lento un passo pesante.
Di lato i catenacci:
Apro e la lampada
Illumina nella scala a chiocciola
Una rampa sconnessa, verde di muffa
Che finalmente mi attrae
Verso il fondo ignoto;
Un pozzo? Una prigione?
Nessuno lo sa dei viventi.
Dissolti sono gli scalini,
Il sasso lanciato non rivela traiettoria,
Però il mio grido
Rintrona dal fondo come un uragano.

Di certo, se presto non mi verrà in uggia
Il romanticismo di questo castello,
Mi spezzerò le ossa e il collo
Tra le rovine senza mercé;
Come ardita la luna
Si leva sulla spiaggia piatta,
Così forte, come un gigante, mi sento,
Circondata dal disfacimento.

Traduzione di Gio Batta Bucciol
Da “Poesia” n. 290, febbraio 2014. Crocetti Editore

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