dipinto di Eric Bowman
Non so se la vita è poco o è molto per me -
Fernando Pessoa
Porto
dentro il mio cuore,
come un
cofanetto pieno che non si può chiudere,
tutti i
luoghi dove sono stato,
tutti i
porti a cui sono arrivato,
tutti i
paesaggi che ho visto da finestre o da oblò,
o dai
ponti di poppa delle navi, sognando,
e tutto
questo, che è tanto, è poco per quello che voglio.
Ho
viaggiato per più terre di quelle che ho toccato…
Ho
visto più paesaggi di quelli su cui ho posato gli occhi…
Ho
fatto esperienza di più sensazioni
di
tutte le sensazioni che ho sentito,
perché,
per quanto sentissi, sempre qualcosa mi mancava,
e la
vita sempre mi afflisse, sempre fu poco, e io infelice.
Non so
se la vita è poco o è molto per me.
Non so
se sento troppo o poco, non so
Se mi
manca lo scrupolo spirituale, il punto di
Appoggio
dell’intelligenza,
la
consanguineità con il mistero delle cose, scossa
ai
contatti, sangue sotto i colpi, fremito ai rumori,
o se un
altro significato più comodo e felice c’è per questo.
Sia
come si vuole, era meglio non essere nato,
perché
, per quanto interessante in ogni momento,
la vita
finisce per dolere, nauseare,
tagliare,
radere, stridere,
a dar
voglia di urlare, saltare, restare per terra, uscire
fuori
da tutte le case, da tutte le logiche
e da tutte
le pensiline,
e
andare a essere selvaggi verso la morte fra alberi e oblii,
fra
cadute, e pericoli e assenza del domani,
e tutto
ciò dovrebbe essere un’altra cosa
più
vicina a ciò che penso,
a ciò
che penso o sento, che non so nemmeno
cosa tu
sia, oh vita.
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