Patricia Bellerose - momenti intimi
Sonetto LVIII – Pablo NerudaTra gli spadoni di ferro letterario
passo come un marinaio remoto
che non conosce angoli di strada e canta
perché sì, perché come se non fosse per questo.
Dai tormentati arcipelaghi portai
la mia fisarmonica con burrasche, raffiche di pioggia pazza,
e un'abitudine lenta di cose naturali:
esse determinarono il mio cuore silvestre.
Così quando i denti della letteratura
cercarono di mordere i miei onorati talloni,
passai, senza sapere, cantando col vento
verso i magazzini piovosi della mia infanzia,
verso i boschi freddi del Sud indefinibile,
verso dove la mia vita s'empì del tuo aroma.
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