Pagine

23 maggio 2018

Sonetto LVIII – Pablo Neruda

Patricia Bellerose - momenti intimi
Sonetto LVIII – Pablo Neruda

Tra gli spadoni di ferro letterario
passo come un marinaio remoto
che non conosce angoli di strada e canta
perché sì, perché come se non fosse per questo.

Dai tormentati arcipelaghi portai
la mia fisarmonica con burrasche, raffiche di pioggia pazza,
e un'abitudine lenta di cose naturali:
esse determinarono il mio cuore silvestre.

Così quando i denti della letteratura
cercarono di mordere i miei onorati talloni,
passai, senza sapere, cantando col vento

verso i magazzini piovosi della mia infanzia,
verso i boschi freddi del Sud indefinibile,
verso dove la mia vita s'empì del tuo aroma.

Nessun commento:

Posta un commento