“Elli
indossava un abito estivo giallo limone, leggero come un soffio e delicato come
un fiore. Jacques avrebbe voluto abbracciarla, baciarla, stringerla a sé,
invece rimase immobile, inchiodato al pavimento.” Jacques è uno dei migliori cuochi
di Francia. Il ristorante che gestisce insieme alla moglie Elli è immerso
nell’incantevole paesaggio della
Normandia,
fatto di ampi spazi verdi che si affacciano sul mare. Prenotare un tavolo è
difficile come preparare il boeuf bourguignon perfetto. Ma alla morte
improvvisa di Elli, Jacques perde ogni ispirazione, il suo talento è soffocato
da una cupa disperazione e la sua cucina è vuota, lontana dai profumi
paradisiaci e dai sapori straordinari che l’hanno reso famoso. Jacques
sopravvive, ma il ristorante rischia la bancarotta ed è noto ormai soltanto per
il pessimo servizio. Elli riuscirà però a cambiargli la vita per la seconda
volta. Quando Jacques trova in soffitta un piccolo ricettario rosso scritto dalla
moglie, ricomincia a cucinare per amor suo e, lentamente, si apre a un nuovo
inizio. Grazie al suo talento straordinario in cucina e alla forza di due donne
innamorate, Jacques riesce ad abbandonare il suo mondo fatto di ricordi e
rimpianti e ritorna ad assaporare la vita, con un pizzico di fiducia, molto
amore e un po’ di magia.
«I
signori hanno deciso cosa desiderano mangiare?» Mentre si avvicinava per
prendere l’ordinazione dell’unico tavolo occupato, Jacques notò un’orrenda
macchia di sudore sulla sua camicia nera, grande più o meno come la Corsica.
Cose che capitano in piena estate.
«Mathilde?»
L’uomo
pienotto con il cappello di paglia e i baffi curati si rivolse alla sua
compagna, una moretta delicata come una trota norvegese.
«Allora…»
cinguettò la donna studiando il menu. «Prenderemmo il salmone scottato con
composta di barbabietole rosse e mousse di rafano. Come piatto principale
cotolette di quaglia con tortino di albicocche e mousseline di sedano con
funghi saltati. Poi vedremo se ordinare altro.»
Jacques
rimase di sasso. La terrazza sul mare fu invasa da un silenzio imbarazzato, interrotto
solo dal rumore delle onde. Poi l’uomo, che durante l’ordinazione della compagna
aveva studiato con malinconia la macchia sulla camicia di Jacques, scoppiò a ridere.
«Deve
scusarci, maître, mia moglie ama scherzare. Sa, siamo già stati in questo ristorante
anni fa, ma allora aveva un altro nome e un menu di alta cucina. Comunque non c’è
problema, oggi ci accontentiamo di qualcosa di semplice e gustoso. Abbiamo
fame!» concluse sfregandosi le mani
soddisfatto. Non sapeva che ormai in quel posto non si potevano dare per certe
nemmeno le cose più semplici.
«Esatto»
aggiunse la donna strizzandogli l’occhio con civetteria. «Vada per l’arrosto di
vitello con crocchette di patate in salsa al pepe. E, in ogni caso, la vista è
sempre paradisiaca.»
Jacques
accettò con sollievo quel complimento pur trovando infelice la scelta dell’aggettivo.
Un colpo al cuore, per lui che non amava ricordare il passato. I fatti parlavano
chiaro, erano trasparenti come la zuppa di coda di bue che un tempo era stata
la specialità del ristorante: senza la stupenda vista sul mare, il suo
amatissimo Paris avrebbe perso la metà del proprio valore. Una verità difficile
da accettare. Ma sarebbe bastato il panorama mozzafiato a salvarlo dalla
rovina? A salvare quei muri che trasudavano storia e non erano mai stati
ristrutturati, testimoni com’erano di tanti preziosi ricordi? Dal giorno precedente
la risposta era scritta nelle stelle.
(…)
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