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19 giugno 2018

Poesia della lezione – Walt Whitman

dipinto di Sharon Allicotti
Poesia della lezione – Walt Whitman

Chi vuole imparare tutta la mia lezione?
Padrone, operaio, apprendista? Religioso o ateo?
Il pensatore ottuso e quello profondo? Genitori e figli?
Commerciante, impiegato, facchino e cliente? Redattore, autore, artista e scolaro?
Avvicinatevi, si comincia,
Non è una lezione, ma rimuove ogni ostacolo a una buona lezione,
E poi a un’altra e ognuna a un’altra ancora.

Le grandi leggi prendono e danno senza problemi,
E io sono dello stesso tipo perché sono amico loro,
E le amo e basta – non mi fermo a fare salamelecchi.

E me ne sto assorto ad ascoltare i bei racconti delle cose e dei loro perché,
E sono così belli che mi do da fare per ascoltarli.

Non posso dire a nessuno quello che sento – non posso dirlo
nemmeno a me stesso – è tutto così fantastico.

Non è cosa da poco questo delizioso globo rotondo che si muove con
tanta esattezza nell’orbita sua, in eterno, senza mai una
scossa o l’errore di un solo secondo,
Non ci credo che fu fatto in sei giorni, né in diecimila anni, né in dieci
bilioni di anni,
Né che sia stato progettato e costruito un pezzo dopo l’altro, come un
architetto progetta e costruisce una casa.

Non credo che settant’anni siano la vita di un uomo o di una donna,
Né che settanta milioni di anni siano la vita di un uomo o di una donna,
Né che gli anni potranno mai fermare la vita mia né di nessun altro.

Non è fantastico che io sia immortale? Così tutti sono immortali,
Lo so che è fantastico – ma anche la mia vista lo è, e anche come fui
concepito nel ventre di mia madre è fantastico,
E come prima non fossi tangibile, ma lo sia ora – e fossi nato l’ultimo
giorno di maggio nell’anno dell’America – e come fossi
passato dallo stato di neonato, nella strisciante confusione di
tre estati e tre inverni, ad articolare le parole e i passi – e
anche questo è un miracolo,
E che sia alto un metro e ottantatré e sia diventato un uomo di
trentasei anni nell’anno dell’America e che sia comunque
qui, anche questo è un miracolo,
E che l’anima mia ti abbracci in quest’ora e che noi ci influenziamo
l’un l’altro pur senza vederci e forse senza neppure mai
incontrarci, anche questo è un miracolo,
E che io possa avere questi pensieri è proprio un miracolo,
E che io possa passarli a te e tu pensarli e sentirli veri, anche questo è un miracolo,
E che la luna giri attorno alla terra e con la terra, è un miracolo
E che siano in armonia con il sole e con le stelle, anche questo è un miracolo.

Andiamo! Prova a dirmi cosa c’è in te che non sia così meraviglioso,
E prova a dirmi anche il nome di qualcosa che, fra domenica mattina
e sabato notte, non sia poi così meraviglioso.

Traduzione di Igina Tattoni

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