dipinto di Fabian Perez
Sonetto LXXIII – Pablo Neruda
Forse ricorderai quell’uomo magro
che uscì dall’oscurità come un coltello
e prima che sapessimo, sapeva:
vide il fumo e decise che veniva dal fuoco.
La pallida donna della chioma nera
sorse come un pesce dall’abisso
e tra i due levarono contro l’amore
una macchina armata di denti numerosi.
Uomo e donna divelsero monti e giardini,
scesero ai fiumi, s’arrampicarono per muri,
spinsero sui monti la loro atroce artiglieria.
L’amore seppe allora di chiamarsi amore.
E quando sollevai i miei occhi al tuo nome
il tuo cuore d’improvviso dispose la mia strada.
Trad. Giuseppe Bellini
che uscì dall’oscurità come un coltello
e prima che sapessimo, sapeva:
vide il fumo e decise che veniva dal fuoco.
La pallida donna della chioma nera
sorse come un pesce dall’abisso
e tra i due levarono contro l’amore
una macchina armata di denti numerosi.
Uomo e donna divelsero monti e giardini,
scesero ai fiumi, s’arrampicarono per muri,
spinsero sui monti la loro atroce artiglieria.
L’amore seppe allora di chiamarsi amore.
E quando sollevai i miei occhi al tuo nome
il tuo cuore d’improvviso dispose la mia strada.
Trad. Giuseppe Bellini
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