Mauro Biani - da "il manifesto"
Village –
Alberto ArbasinoTutto un low cost, infine. Dopo anni e anni in cui per descrivere
un caratteristico look individuale si spiegava
"in blue jeans e scarpe da ginnastica". Aggiungendo magari
"sorseggiando un cappuccino" per intensificare la personalità.
Ora, finalmente, nessuna più spesa per prodotti antieconomici
reclamizzati con bronci e grugni da modelli e veline in pose e sfilate
modaiole. Attigue a proteste e denunce e scioperi e disoccupazioni,
licenziamenti annunciati ed effettuati accanto alle propagande
di fragranze e prét-a-porter per cafoni spenderecci.
Low cost, low cost, in definitiva. Neanche più mezzo euro
per i modellini e piattini pubblicizzati dal “lusso di merda" nella crisi.
Aggiornato - ora per ora - su una quantità di battute e stronzate
momentaneamente mitiche e trendy, cool e cult, fashion e fusion,
smart e soft. Anche nella privacy (o pollaio) della politichetta
mezza - mini - calzetta... Così qualche vintage parrebbe un vantge
di bag e brand e budget e gadget nell'escalation di outlet fast-trolley
on line sostenibile di check-in e pick-up no-cost? Thank you, happy hour.
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