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18 luglio 2018

da Afrodita – Isabel Allende

dipinto di Robin Cheers
da Afrodita – Isabel Allende

Liquori e champagne
Tutti i paesi, compresi quelli che lo proibiscono per ragioni religiose, conoscono le proprietà medicinali dell’alcol. Prima che si mettessero a punto altri antisettici o si scoprisse l’anestesia, le bevande alcoliche erano usate per disinfettare le ferite e per stordire i pazienti prima di un intervento doloroso. Il suo peggior difetto è quello di stroncare chi ne fa un uso smodato, ma in quantità moderate la sua più grande virtù è predisporre l’animo al godimento e favorire una sensazione di felicità. Molte volte cerchiamo il sollievo temporaneo dell’alcol per sfuggire anche solo per un momento all’angoscia della vita. Non siamo gli unici, alcuni animali e certi uccelli si ubriacano con frutti fermentati. D’estate, ci sono uccelli azzurri che si spiaccicano contro i vetri delle mie finestre, intontiti dai piccoli frutti rossi di un arbusto che cresce qui intorno. La prima bevanda alcolica della storia fu l’idromele, un vino dolce fatto col miele, che circolò in Europa fino al XVII secolo. Furono gli arabi, con la loro raffinata cultura, a sviluppare la tecnica della distillazione e a chiamare lo spirito del vino alkuhul. la gente beveva birra, rustica e forte; il vino, dal maggiore contenuto alcolico e dal sapore delicato, era un lusso
delle classi privilegiate.
Nell’antichità, un posto predominante nel culto era occupato da Dioniso e da Bacco, gli dei, l’uno greco e l’altro romano, del vino, dell’estasi e dell’erotismo che ebbero un omologo in quasi tutte le mitologie. In loro onore si celebravano feste orgiastiche durante le quali il popolo si rovesciava nelle strade per ubriacarsi e copulare senza limiti. Nell’Antico Testamento, le città di Sodoma e Gomorra furono distrutte per castigare le loro abitudini un tantino libertine: orge, incesti, adulteri e altri piacevoli passatempi che offendevano Dio. Questo è uno dei passi della Bibbia che in collegio non mi lasciavano leggere. Dalla descrizione, pare che Jahvè, stufo di tanta baldoria, abbia scatenato l’equivalente di un bombardamento atomico per raderle al suolo, ma in altre versioni la responsabilità è attribuita ad Abramo e ai suoi eserciti. Prima di manifestare la propria collera, Jahvè mandò due angeli messaggeri per avvertire Lot, l’unico uomo retto dei paraggi. La coppia d’angeli corse seriamente il pericolo di cadere nelle mani di un’infoiata turba di sodomiti, ma Lot riuscì a proteggerli nascondendoli in casa sua e offrendo agli scalmanati le proprie figlie per distrarli. Ecco un anfitrione esemplare. Prima che l’ira di Dio si abbattesse sulla città, i messaggeri gli ordinarono di scappare con la sua famiglia senza guardarsi indietro. Vinta dalla curiosità o dalla nostalgia, la moglie di Lot si girò e fu trasformata in una statua di sale. Alla fine, dopo numerose peripezie, Lot e le sue due figlie trovarono rifugio in una caverna. Dato che non c’erano altri uomini disponibili a unirsi a loro secondo l’uso di tutta la terra, le ragazze ubriacarono Lot e, come si diceva prima dell’invenzione della pillola, “approfittarono di lui”. Una famiglia davvero strana, ma credo che in situazioni disperate non si vada tanto per il sottile. Secondo la Bibbia, lo fecero per due notti consecutive senza che il padre si rendesse conto di quanto accadeva. Entrambe generarono, dando origine alle tribù dei moabiti e degli ammoniti. Questo è uno di quei rarissimi casi in cui un uomo ubriaco fino all’incoscienza realizza una simile impresa, perché l’eccesso d’alcol infiacchisce il membro, producendo un’impotenza temporanea, e fa sprofondare il proprietario nelle tenebre della malinconia. In questi frangenti si cita sempre Shakespeare. Alla domanda di un personaggio del Macbeth sulle conseguenze della bevanda, questi risponde:
«Diavolo, signore, fa il naso rosso, produce il sonno e l’urina. In quanto alla libidine, signore, la provoca e la sprovoca: provoca il desiderio ma impediscel’esecuzione.»

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