da “La stagione dei tradimenti” – Philippe Georget
Sentì come il rumore
di una bolla che esploda provenire dalla borsa di Claire.
Un SMS.
Alle sette di mattina
di un giorno in cui non c’era scuola.
Appoggiata su un
mobile in sala da pranzo, la borsa lo sfidava. Era un modello variopinto e con
tante tasche di un famoso marchio spagnolo che i figli avevano regalato alla
madre per il suo compleanno. Dentro, c’era il telefono, e la verità. Tutta la
verità. Quella che lui rifiutava di vedere da oltre sei mesi.
L’estate passata
Gilles Sebag aveva sorpreso la moglie in flagrante delitto di menzogna. Un
giorno si era recato in palestra per invitarla a pranzo dopo il suo corso, e
lei non era lì. Sul momento non si era stupito. Ma il sorrisetto condiscendente
dell’istruttrice l’aveva ossessionato per tutto il pomeriggio. E la sera
stessa, senza averlo premeditato, aveva infilato nella conversazione una
domanda all’apparenza innocente.
«Allora? È andata
bene la lezione in palestra?».
«Sfiancante» aveva
risposto lei senza battere ciglio.
Nei giorni seguenti
altri segnali inquietanti avevano fatto aumentare la sua preoccupazione. Claire
usciva spesso con le amiche, più spesso del solito, e talvolta l’aveva sorpresa
distratta mentre le parlava. I suoi pensieri sembravano altrove. Forse con un
altro… E poi Claire era partita in crociera con le amiche. Come professoressa
della scuola media di Rivesaltes, aveva molte più ferie di lui. E quell’anno,
per la prima volta, aveva avuto voglia di approfittarne indipendentemente dal
marito.
Era tornata più
innamorata che mai e tutti i segnali che prima avevano fatto preoccupare Gilles
erano svaniti all’istante. Aveva cercato di dimenticare i propri dubbi. Se
Claire aveva avuto un amante la storia era conclusa, si era trattato solo di
una scappatella. Lei lo amava, amava lui e nessun altro. Vivevano insieme da
vent’anni; insieme, avevano cresciuto due figli, Léo di sedici anni e Séverine,
che ne aveva quasi quattordici, entrambi splendidi.
Aveva tentato di
digerire l’idea che oggigiorno l’amore non va più per forza a braccetto con la
fedeltà eterna. Che il desiderio di vedersi bella negli occhi di un altro uomo
poteva essere più forte, così come il desiderio di un altro corpo, di un’altra
pelle, di un nuovo turbamento amoroso, di un nuovo primo sorriso, primo
appuntamento e primo bacio.
Aveva tentato di
comprendere e ci provava ancora.
Tuttavia, la sua
immaginazione talvolta gli rendeva più arduo il compito.
Perché non si
limitava a un primo bacio, ma inventava anche il seguito, con dettagli ogni
volta più dolorosi: immagini crude di piacere condiviso, sospiri e parole
tenere scambiate in un letto o al telefono, magari proprio alle sue spalle, per
esempio tramite SMS.
Nella borsa scoppiò
un’altra bolla.
La sua esperienza di
poliziotto gli aveva insegnato che al giorno d’oggi non esiste informatore
migliore di un telefono cellulare. E nemmeno peggior traditore.
(…)
Traduzione dal francese
di Silvia Manfredo
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