dipinto di Victor Bauer
Sonetto LXXXV – Pablo Neruda
Dal mare verso le strade corre la vaga nebbia
come il vapore d'un bue sotterrato nel freddo
e lunghe lingue d'acqua s'accumulano coprendo
il mese che alle nostre vite promise esser celeste.
Avanzato autunno, favo sibilante di foglie,
quando sui villaggi palpita il tuo stendardo
cantano donne pazze accomiatando i fiumi,
nitriscono i cavalli verso la Patagonia.
C'è un rampicante vespertino sul tuo volto
che cresce silenzioso portato dall'amore
fino alle ferrature crepitanti del cielo.
Mi chino sul fuoco del tuo corpo notturno
e non solo i tuoi seni amo, ma l'autunno
che sparge per la nebbia il suo sangue ultramarino.
Trad. Giuseppe Bellini
come il vapore d'un bue sotterrato nel freddo
e lunghe lingue d'acqua s'accumulano coprendo
il mese che alle nostre vite promise esser celeste.
Avanzato autunno, favo sibilante di foglie,
quando sui villaggi palpita il tuo stendardo
cantano donne pazze accomiatando i fiumi,
nitriscono i cavalli verso la Patagonia.
C'è un rampicante vespertino sul tuo volto
che cresce silenzioso portato dall'amore
fino alle ferrature crepitanti del cielo.
Mi chino sul fuoco del tuo corpo notturno
e non solo i tuoi seni amo, ma l'autunno
che sparge per la nebbia il suo sangue ultramarino.
Trad. Giuseppe Bellini
Nessun commento:
Posta un commento