Pagine

5 agosto 2018

da “Il caffè dell'Undicesima Musa” - Joseph Roth

da “Il caffè dell'Undicesima Musa” - Joseph Roth

LA PRIMAVERA DEI CAFFÈ
Le uniche avvisaglie, finora, sono che i proprietari dei caffè hanno fatto sbocciare i prezzi, la spesa giornaliera per la colazione e uno spuntino è cresciuta a vista d’occhio, nel moca sono andate fermentando segrete linfe primaverili, lo sfruttamento del pubblico ha messo fiori inattesi e gli affari, in generale, sono in pieno rigoglio. Così si presenta a Vienna la primavera dei caffè. Nell’ultima settimana si è aggiunta una novità: Schani ha portato fuori
il giardino. Il «giardino» è fatto di qualche asse di legno che, ben custodita, ha svernato in soffitta e di un graticcio di ferro o di maglie metalliche. Un segno di cortesia particolare nei confronti del maggio e degli habitué è costituito poi da alcuni vasi di fiori e da quelle frasche alle quali solo i caffettieri, in questa primavera eccezionalmente fredda, potevano pensare. Ecco l’intera attrezzatura per il sole – che purtroppo, «in assenza di dati meteorologici rilevanti», non può essere annunciato dall’osservatorio astronomico, e che senza una prognosi attendibile non si azzarda a sbucare dalle nuvole…
Guardando queste verande vuote e desolate viene spontaneo paragonarle a sogni di pace mai realizzati, a vedute guastate dalla pioggia e a situazioni mondiali infreddolite. Questi tavolini rovesciati e queste seggiole di vimini che a gambe all’aria lacrimano umidità assomigliano maledettamente a un mondo insensato nel quale tutto sia capovolto, ammesso che qualcosa un capo ce l’abbia. L’aria che in realtà uno dovrebbe godersi di diritto qui all’aperto è satura di bollettini di guerra provenienti dalle conferenze per la pace, e il ghiaccio, di cui in tempi normali si farebbe qui ben altro uso, purtroppo tiene ancora in una morsa spasmodica i cuori degli uomini. Così quella che una volta era la prosecuzione in strada di una tranquilla vita domestica e di piacevoli partite ai tarocchi diventa oggi un miscuglio sgradevolissimo di sgradevole vita pubblica e private preoccupazioni di famiglia. Il dehors oggi non è che un accessorio superfluo di tempi migliori e per di più un ostacolo al traffico, come il tranvai, la posta, il telefono e altri mezzi «di collegamento».
Ma per il proprietario del caffè ha un bel vantaggio: gli consente di buttar fuori, senza difficoltà e nel senso più autentico della parola, i clienti fastidiosi che protestano contro l’aumento dei prezzi…
Josephus
(…)
Traduzione di Rosella Carpinella Guarneri e Roberto Cazzola

Nessun commento:

Posta un commento