Fernando Botero -Woman in profile
da “Gli amori
difficili – Italo Calvino
L'avventura di un
soldato, (1949)
(…)
S'era alle ultime
stazioni d'un percorso provinciale. Il treno si svuotava; dei passeggeri dello scompartimento
i più erano scesi, ecco anche gli ultimi calavano le valige, s'avviavano. Finì
che rimasero soli nello scompartimento il soldato e la vedova, vicinissimi e
discosti, a braccia conserte, muti, gli sguardi nel vuoto. Tomagra ebbe ancora
bisogno di pensare: «Adesso che tutti i posti sono liberi, se volesse star
tranquilla e comoda, se avesse noia di me, si sposterebbe...»
Qualcosa lo
tratteneva e impauriva ancora, forse nel corridoio la presenza di un gruppo di
fumatori, o una luce che s'era accesa perché veniva sera. Allora pensò di
tirare le tendine verso il corridoio, come fa chi vuol dormire: s'alzò con
passi elefanteschi, cominciò con lenta cura meticolosa a sciogliere le tendine,
a tirarle, a riallacciarle. Quando si voltò la trovò sdraiata. Come volesse
dormire: ma oltre ad aver gli occhi aperti e fissi, era calata giù tenendo
intatta la sua matronale compostezza, con il maestoso cappello sempre calcato
sulla testa appoggiata al bracciolo.
Tomagra era in piedi
sopra a lei. Volle ancora, per proteggere questo suo simulacro di sonno, far
buio anche al finestrino, e si protese sopra di lei, per slacciare la tendina.
Ma non era che un modo di muovere i suoi goffi gesti sopra la vedova
impassibile. Allora smise di tormentare quell'asola di tendina e capì che
doveva far altro, dimostrarle tutta la propria improrogabile condizione di
desiderio, non fosse che per spiegarle l'equivoco in cui lei era certo caduta,
come a dirle: «Vede, lei è stata condiscendente con me perché lei crede in un
nostro remoto bisogno d'affetto, di noi soli e poveri soldati, ma ecco invece
io quello che sono, ecco come ho ricevuto la sua cortesia, ecco a che punto d'impossibile
ambizione sono, lei vede qui, arrivato».
E poiché ormai era
chiaro che nulla riusciva a meravigliare la vedova, anzi ogni cosa pareva in
qualche modo da lei prevista, allora al fante Tomagra non restava che far sì
che non ci fossero più dubbi possibili, e che finalmente lo spasimo della sua
follia riuscisse a cogliere anche chi n'era muto oggetto, lei.
Quando Tomagra s'alzò
e sotto di lui la vedova restava con lo sguardo chiaro e severo (aveva gli
occhi azzurri), col cappello guarnito di veli sempre calcato in capo, e il
treno non smetteva quel suo altissimo fischio per le campagne, e fuori
continuavano quei filari di vigne interminabili, e la pioggia che per tutto il
viaggio aveva rigato instancabile i vetri riprendeva con nuova violenza, egli
ebbe ancora un moto di paura d'avere, lui fante Tomagra, osato tanto.
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