dipinto di Fernando Botero
Paesaggio della moltitudine che vomita
(Tramonto di Coney Isalnd) – Federico Garcia Lorca
La
donna grassa veniva davanti
strappando
le radici e bagnando la pergamena di tamburi.
La
donna grassa,
che
rivolta la testa ai polpi agonizzanti.
La
donna grassa, nemica della luna,
correva
per le strade e gli appartamenti disabitati
e
lasciava negli angoli piccoli teschi di colombe
e
destava le furie dei banchetti dei secoli ultimi
e
chiamava il demonio del pane sulle colline del cielo spazzato
e
filtrava un’ansia di luce nei movimenti sotterranei.
Sono i
cimiteri. Lo so. Sono i cimiteri
e il
dolore delle cucine sepolte sotto la sabbia.
Sono i
morti, i fagiani e le mele di un altro tempo
quelli
che ci spingono in gola.
Arrivava
il rumoreggiare della selva del vomito
con le
donne vuote, con bambini di cera calda
con
alberi fermentati e i camerieri infaticabili
che
servono piatti di sale sotto le arpe della saliva.
Non c’è
nulla da fare, figlio mio, vomita! Non c’è nulla da fare.
Non è
il vomito degli ussari sul seno della prostituta,
né il
vomito del gatto che per sbaglio ha ingoiato una rana.
Sono
morti e graffiano con le mani di terra
le
porte di selce dove imputridiscono nubi e dessert.
La
donna grassa veniva davanti
con la
gente delle navi, delle taverne e dei giardini.
Il
vomito agitava delicatamente i suoi tamburi
fra
alcune bambine di sangue
che
chiedevano protezione alla luna.
Povero
me1 povero me! Povero me!
Questo
mio sguardo che è stato mio e non è più mio.
Questo
sguardo che trema nudo per l’alcol
e si
congeda da nave incredibili
sugli
anemoni dei moli.
Mi
difendo con questo sguardo
che
sgorga dalle onde dove l’alba non si arrischia.
Io,
poeta senza braccia, perduto
nella
folla che vomita,
senza
un cavallo effusivo che tagli
il
folto muschio delle mie tempie.
Ma la
donna grassa era ancora davanti
e la
gente cercava farmacie
dove si
fissa l’amaro tropico.
Soltanto
quando issarono la bandiera e arrivarono i primi cani
la
città intera si accalcò alla spalletta dell’imbarcadero.
Traduzione di Valerio Nardoni
da Federico Garcia Lorca, Nuda canta la notte, a cura di Valerio Nardoni
Corriere
delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti
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