Giovanni Vianello - Giovane donna di spalle
Riabilitazione
– Wislawa Szymborska
Mi valgo del
diritto dell’immaginazione
e per la prima
volta in vita evoco i morti,
scruto i loro
volti, ascolto i loro passi,
benché sappia
che chi è morto, lo è per davvero.
È tempo di
prendersi la testa fra le mani
e dirle: Povero
Yorick, dov’è la tua ignoranza,
la tua cieca
fiducia, l’innocenza,
il tuo
s’aggiusterà, l’equilibrio di spirito
tra la verità
verificata e quella no?
Li credevo
traditori, indegni dei nomi,
poiché
l’erbaccia irride i loro tumuli ignoti
e i corvi fanno
il verso, e il nevischio schernisce
– e invece,
Yorick, erano falsi testimoni.
L’eternità dei
morti dura
finché con la
memoria viene pagata.
Valuta
instabile. Non passa ora
che qualcuno
non l’abbia perduta.
Oggi in materia
sono più colta:
essa può essere
concessa e poi tolta.
Chi traditore
fu chiamato – questi
insieme al nome
sia dannato.
Il potere sui
morti a noi dato
esige piatti
bilanciati
e che non di
notte si sia giudicati,
e che il
giudice non sia nudo.
La terra
ribolle – e sono loro, già terra,
si alzano zolla
a zolla, manciata su manciata,
escono dal
silenzio, tornano ai loro nomi,
alla memoria
del popolo, a lauri e applausi.
Dov’è il mio
potere sulle parole?
Parole cadute
sul fondo d’una lacrima,
solo parole che
non possono risuscitarli,
descrizione
morta come una vecchia fotografia.
Neppure a un
mezzo respiro so destarli,
io, Sisifo,
incatenato all’inferno della poesia.
Vengono a noi.
E duri come il diamante
tagliano
silenziosi le vetrine
dall’esterno
rilucenti,
le finestre di
alloggetti accoglienti,
gli occhiali rosa, i cervelli, i cuori di vetro.
da Wislawa Szymborska. La
gioia di scrivere, tutte le poesie (1945 – 2009)
a cura di Pietro Marchesani - Adelphi Editore
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