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18 ottobre 2018

da "Uomini senza donne" - Murakami Haruki

Tabby Cat - Rachel Stribbling
da "Uomini senza donne" - Murakami Haruki

Prima ancora degli esseri umani, a scoprire quanto si stava bene da «Kino» era stato un gatto randagio dal pelo grigio. Era un giovane maschio con una bella coda lunghissima. Sembrava che gli piacesse particolarmente uno scaffale incavato in un angolo del locale, perché si metteva sempre a dormire raggomitolato lì. Kino cercava di non occuparsene troppo. Probabilmente voleva solo essere lasciato in pace. Una volta al giorno gli dava da mangiare e gli cambiava l’acqua. Altre cose per lui non ne faceva. Gli aveva soltanto aperto una gattaiola in modo che potesse entrare e uscire liberamente. Ma il gatto, chissà perché, preferiva passare dalla porta come le persone. Poteva anche darsi che quel gatto avesse portato con sé un flusso positivo. Perché gli avventori, seppur gradualmente, cominciarono ad arrivare. Ad attirarli era l’atmosfera di quella villetta in fondo alla strada – l’insegna poco appariscente e il magnifico salice vecchio di anni, il giovane titolare taciturno… e gli lp che giravano sul piatto dello stereo, il menu che contava pochi piatti leggeri ma sempre diversi, il gatto grigio acciambellato in un angolo… Alcuni clienti venivano con regolarità e a volte portavano con sé altra gente. Kino era ancora lontano dal guadagnare bene, ma riusciva almeno a rientrare del costo dell’affitto. Per lui era più che sufficiente.

Traduzione di Antonietta Pastore. Einaudi Editore

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