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1 novembre 2018

Così imparano! - Evgenij Evtusenko

dipinto di Fernando-de-Szyszlo
Così imparano! - Evgenij Evtusenko

Di nuovo le rotaie sono bagnate di sangue.
Il mondo e’ come una ferita aperta.
Le stazioni della metropolitana di Londra –
parenti di Beslan.

Le rotaie della stazione Zimà della mia infanzia
con farfalline smerlettate,
che strano che nel mondo che sta uscendo di senno
qualcuno non vi abbia ancora fatte esplodere.

Ogni autobus, vagone, negozio –
domani, forse, un cimitero
dove per i proprietari da sotto le rovine
piangono i telefonini come cuccioli.

Il nostro pianeta e’ una banchina universale
insieme a bambini lattanti.
Signore, fa’ che il maledetto terrore
ci renda all’improvviso tutti vicini!

Ma come avete potuto telefonare senza vergogna
voi, nostri rabbiosi concittadini,
alla radiostazione “L’eco di Mosca”
dopo la tragedia di Londra!

La cannonata delle telefonate trionfava:
“Così imparano!
Così imparano!”

L’invidia non si nasconde negli angoli –
e’ felice delle altrui sventure:
“Magari gli andasse male, anche se sarà peggio per noi …
Così imparano! Così imparano!”

La nostra rozza Roma staliniana
ha cancellato la parola misericordia;
puntando nell’arena il pollice verso:
“Così imparano! Così imparano!”

Negli animi – lo sfregamento delle seghe dei gulag.
Tutti noi siamo contaminati dal terrore
e ad odiare gli altri con gioia maligna
abbiamo imparato sui nostri.

L’anima della Russia misericordiosa non si e’ esaurita
come una lampada segreta,
temo soltanto che di nuovo risusciti
il bosco felice delle mani accusatrici:
“Così imparano! Così imparano!”

Sono esplosi il nostro paese ed il destino,
e’ esploso il mistero russo.
Forse tutti noi – siamo brandelli
esplosi irrimediabilmente.

In che consiste la colpa degli Inglesi?
Se ringhiano arruffati
i nostri mugugni , la nostra teppaglia:
“Così imparano! Così imparano!”

Le patrie possono essere diverse
ma di fronte alla guerra ed al terrore
non dovrebbe forse unire
una patria comune – il dolore?
Al dolore apriremo l’un l’altro le porte.
Forse non abbiamo cantato anche noi “Tipperary”?

Forse non hanno versato donnette incolte
lacrime vedendo il film “Lady Hamilton”?
Ascoltando i fatti di Stalingrado, gli Inglesi
un tempo si toglievano il cappello in silenzio.

Forse al suono della musica dei Messerschmitt
non facevano breccia i loro mezzi a Murmansk?
E, come nelle tombe, i caduti nelle battaglie
tra gli iceberg erano parenti dei futuri Beatles …

E non saremo forse condannati alle pene dell’inferno
per questo vergognoso “Così imparano!”?

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