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9 novembre 2018

da “Gli amori difficili”. L'avventura di un lettore, (1958) – Italo Calvino

dipinto di Fernando de Szyszlo
da “Gli amori difficili”. L'avventura di un lettore, (1958) – Italo Calvino
Da tempo Amedeo tendeva a ridurre al minimo la sua partecipazione alla vita attiva. Non che egli non amasse l'azione, anzi dell'amore per l'azione erano nutriti tutto il suo carattere e i suoi gusti; eppure, d'anno in anno, la smania d'esser lui a fare scemava, scemava, tanto che veniva da chiedersi se mai egli questa smania avesse avuto davvero. L'interesse all'azione sopravviveva però nel piacere di leggere; la sua passione erano sempre le narrazioni di fatti, le storie, l'intreccio delle vicende umane. Romanzi dell'Ottocento, prima di tutto, ma anche memorie e biografie; e via via fino ad arrivare ai gialli e alla fantascienza, che non disdegnava ma che gli davano minor soddisfazione anche perché erano libretti brevi: Amedeo amava i grossi tomi e metteva nell'affrontarli il piacere fisico dell'affrontare una grossa fatica. Soppesarli in mano, fitti, spessi, tarchiati, considerare con un po' d'apprensione il numero delle pagine, l'ampiezza dei capitoli; poi entrarci dentro: un
po' riluttando all'inizio, senza voglia di vincere la prima fatica di tener a mente i nomi, di cogliere il filo della storia; poi affidandocisi, correndo per le righe, attraversando il graticcio della pagina uniforme, e di là dei caratteri di piombo ecco appariva la fiamma e il fuoco della battaglia e la palla che fischiando per il cielo s'abbatteva ai piedi del principe Andrej, ecco il negozio gremito di stampe, di statue e con il batticuore Fréderic Moreau faceva il suo ingresso dagli Arnoux. Oltre la superficie della pagina s'entrava in un mondo in cui la vita era più vita che di qua, da questa parte: come la superficie del mare che ci divide da quel mondo azzurro e verde, crepacci a perdita d'occhio, distese di fine sabbia ondulata, esseri mezzo animale e mezzo pianta.

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