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22 novembre 2018

Il golfo II – Derek Walcott

dipinto di Aldo Balding
Il golfo II – Derek Walcott
II
Il vetro freddo si offusca. Elizabeth ha scritto
che facciamo del vetro un immagine del nostro dolore;
guardo le nubi bollire dietro il vetro freddo che trasuda

sopra il Golfo. Ogni stile aspira a essere diretto
come la vita. Sotto vetro, il volto dell’oggetto
amato è ancora più diretto. Eppure, a queste altezze,

sopra questo calderone che ribolle di guerre,
la nostra vecchia terra, sorgendo in una luce familiare,
quella mummia avvolta nelle nubi con cicatrici

che si rimarginano da sole, liberata dalle bende
sembra ancora nuova; una valle cosparsa di crateri
si guarisce con la salvia, da quella carneficina

grigia che sbiadisce, un torrente senza pensieri
suona al flauto il canto di un assedio all’amnesia
di acque martellanti. La loro causa è cristallina:

l’unione divina di Stati divisi e distaccati, la cui strage
ormai oscura ogni estate, mentre, a uno a uno,
il fumo dei ghetti in esplosione annebbia i vetri

lungo ogni costa dove le stazioni di servizio
proclamano il Golfo, un’aria, pesante di benzina,
ammorba lo Stato, da Newark a New Orleans.

da Derek Walcott, Nelle vene del mare, a cura di Matteo Campagnoli
Corriere delle Sera - Un secolo di poesia, a cura di Nicola Crocetti

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