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5 dicembre 2018

da “I segreti della tavola di Montalbano” – Stefania Campo

dipinto di Aldo Balding
da “I segreti della tavola di Montalbano” – Stefania Campo

Ristorante consigliato da Ingrid
“‘Vedrai. Una volta tanto puoi interrompere la monotonia dei tuoi piatti di pesce, no?’. Tra la parlantina di Ingrid e la velocità che la svidisa teneva, a Montalbano non parse di aviri caminato tanto quando la machina si fermò davanti a un casale in aperta campagna. Quello era veramente un ristorante o Ingrid si era sbagliata? La presenza di una decina di auto parcheggiate lo rassicurò. Appena trasuti, la svidisa salutò e venne salutata da tutti, era di casa. Il proprietario s’apprecipitò.
‘Salvo, vuoi mangiare quello che mangio io?’.
E accussì il commissario si godì un piatto di ditalini cu ‘a ricotta, frisca e giustamente salata, con l’aggiunta di cacio picorino e pepe nìvuro. Piatto che chiamava a gran voce vino: richiesta che venne ampiamente esaudita. Per secondo si sbafò costi ‘mbriachi, ossia coste di maiale annegate nel vino e nello stratto di pummadoro.” (Il giro di boa)
In questo brano, come in altri, Camilleri usa nuovamente il cibo per eprimere le emozioni di Salvo nei confronti dell’amica svedese. Il pesce generalmente è sinonimo di sicilianità, mentre i piatti a base di carne rappresentano qualcosa di nuovo, di straniero, proprio come Ingrid. Il fatto che Montabano apprezzi la pietanza di carne è metafora della stima che ha per lei.

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