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13 gennaio 2019

Ancòra – Wislawa Szymborska

Eva Fisher - Addio, olio su tela 1949 - cm. 54x73
Ancòra – Wislawa Szymborska

Sono piombati i vagoni
che qui trasportano i nomi,
e dove poi questi andranno
e se mai scenderanno,
non chiedete, chissà, non lo so.
Il nome Natan picchia l’impiantito,
il nome Isacco canta impazzito,
il nome Sara implora acqua per il nome
Aronne, che intanto di sete muore.
Non saltar giù, nome di Davide.
Tu sei un nome che porta a sventura,
che a nessuno è dato, spaesato,
averlo qui è una gran sciagura.
Tuo figlio abbia un nome slavo,
ché qui ogni capello viene contato,
ché qui bene e male sono distinti
in base al nome e ai lineamenti.
Non saltar giù. Il figlio sarà Casimiro.
Non saltar giù. Non è ancora l’ora.
Come una risata echeggia la notte
e scimmiotta la ruota che batte.
Una nuvola d’uomini passava,
due gocce, una lacrima restava,
due gocce, una lacrima, arsura.
I binari vanno nella selva oscura.
Tu-tum, fa la ruota. Non c’è uscita.
Tu-tum. Corre il treno delle grida.
Tu-tum. Destata nella notte sento
tu-tum, i colpi sordi del silenzio.

da Wislawa Szymborska. La gioia di scrivere, tutte le poesie (1945 – 2009)
a cura di Pietro Marchesani - Adelphi Editore

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