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14 gennaio 2019

da “Gabriella garofano e cannella" – Jorge Amado

Antonio Mancini - Il riposa, 1887
da “Gabriella garofano e cannella" – Jorge Amado

- Il sangue... - disse il dottore, con voce lugubre, come sotto il peso di una eterna maledizione. - Il sangue tremendo degli Avila, il sangue di Ofenisia...
- E dagli con questo sangue... Ma non può paragonare una storia platonica, che non superò occhiate senza conseguenza, con questa orgia immonda, una innocente ragazza con una baccante, il nostro saggio Imperatore, modello di virtù, con un dentista depravato...
- E chi sta facendo paragoni? Parlo soltanto della ereditarietà; del sangue della mia razza...
- Non difendo nessuno, - affermò Ari, - sto solo raccontando.
Sinhazinha cominciò ad abbandonare le riunioni della chiesa, prese a frequentare i tè danzanti del Club Progresso...
- Locale creato appositamente per la dissoluzione dei costumi... – interruppe il dottor Mauricio.
- ...la cura venne prolungata, senza trapano questa volta, cambiata la lucente poltrona di metallo cromato con il letto accogliente.
Chico Moleza, fermo con una bottiglia ed un bicchiere fra le mani, ascoltava avido i racconti, sgranando gli occhi da adolescente, con la bocca aperta in un sorriso idiota. Ari Santos concludeva lanciando una espressione che riteneva lapidaria.
- E così il destino ha trasformato una donna onesta, religiosa e timida, in eroina da tragedia...
- Eroina? Non cominciamo con la letteratura. Non vorreste per caso assolvere la peccatrice. Dove andremmo a finire? - Il dottor Mauricio sollevava la mano con un gesto minaccioso. - L‘intero accaduto non è altro che il risultato della degenerazione dei costumi che comincia a dominare la nostra terra: balli e pomeriggi danzanti, feste da ogni parte, amorazzi nell’oscuro dei cinema, con le pellicole che insegnano come tradire i mariti, una immoralità totale.

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