dipinto di Eric Bowman
- È il progresso, dottore.
- Questo progresso lo chiamo immoralità... - guardò ferocemente attorno.
Chico Moleza provò un brivido di paura.
La voce di Nhô Galo si fece alta:
- Ma di che costumi sta parlando? Di balli, di cinema... Ma io vivo qui da oltre vent’anni e ho sempre visto Ilhéus come terra di locali notturni, di famose ubriacature, di giochi, di scommesse, di mantenute... Non è una situazione di adesso, è stato sempre così.
- Son cose per uomini. Non che le approvi. Ma non toccano le famiglie, come questi club dove ragazzine e signore vanno a ballare, dimenticando i doveri familiari. Il cinema è una scuola di depravazione... Adesso il capitano porgeva un‘altra domanda: come avrebbe potuto, cioè, un uomo - e anche questa era una questione d’onore - respingere una bella donna quando questa, incantata dalle parole, paragonandolo ad un santo di chiesa, intontita dal sapore aspro dei medicinali, gli cascava fra le braccia con i denti piombati, ma con il cuore trafitto per sempre? L’uomo ha pure un onore maschile da difendere. Secondo il capitano, il dentista era più vittima che colpevole, più giusto quindi compatirlo che condannarlo
- Che avresti fatto tu, caro dottor Mauricio, se donna Sinhazinha, con quel corpo che Dio le dette, nuda e in calze nere, ti si fosse gettata addosso? Saresti fuggito, chiamando aiuto?
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