Pagine

14 gennaio 2019

da “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” - Luis Sepúlveda

Marjorie Sarnat — Kleo Kat. Moonlighting
da “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” - Luis Sepúlveda

Alla luce della luna Segretario, Diderot, Colonnello e Zorba scavarono una buca ai piedi dell’ippocastano. Poco prima, badando che nessun umano li vedesse, avevano gettato la gabbiana morta dal balcone nel cortile interno. La depositarono in fretta nella fossa e la coprirono di terra. Poi Colonnello miagolò in tono grave.
«Compagni gatti, in questa notte di luna ci congediamo dai resti di una sfortunata gabbiana della quale non abbiamo mai saputo nemmeno il nome. L’unica cosa che siamo riusciti a scoprire di lei, grazie alle conoscenze del compagno Diderot, è che apparteneva alla specie dei gabbiani argentati e che forse veniva da molto lontano, dalla regione in cui il fiume si getta nel mare. Sappiamo pochissimo di lei, ma l’importante è che sia arrivata moribonda fino a casa di Zorba, uno dei nostri, e che abbia riposto in lui tutta la sua fiducia. Zorba ha promesso di prendersi cura dell’uovo che lei ha deposto prima di morire, del piccolo che nascerà, e la cosa più difficile di tutte, compagni, ha promesso di insegnargli a volare…»
«Volare. Ventiduesimo volume, lettera V» si sentì che sussurrava Diderot.
«È esattamente ciò che il signor Colonnello stava per dire. Non gli tolga i miagolii di bocca» consigliò Segretario.
«…promesse difficili da mantenere» proseguì impassibile Colonnello, «ma sappiamo che un gatto del porto mantiene sempre i suoi miagolii. Per aiutarlo a riuscirci, ordino che il compagno Zorba non abbandoni l’uovo finché il piccolo non sia nato, e che il compagno Diderot consulti la sua emplicope… encimope… quei libri insomma, su tutto quanto ha a che vedere con l’arte del volo. E ora diciamo addio a questa gabbiana vittima della disgrazia provocata dagli umani. Allunghiamo il collo alla luna e miagoliamo la canzone d’addio dei gatti del porto».
Ai piedi del vecchio ippocastano i quattro gatti iniziarono a miagolare una triste litania, e ai loro miagolii si aggiunsero ben presto quelli degli altri gatti delle vicinanze, e poi quelli dei gatti dell’altra riva del fiume, e ai miagolii dei gatti fecero coro gli ululati dei cani, lo straziante cinguettio dei canarini in gabbia, il garrito delle rondini nei loro nidi, il triste gracidio delle rane, e perfino le grida stonate dello scimpanzé Mattia.
Le luci di tutte le case di Amburgo si accesero, e quella notte tutti gli abitanti si chiesero le ragioni della strana tristezza che improvvisamente si era impadronita degli animali.

Traduzione di Ilide Carmignani

Nessun commento:

Posta un commento