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6 gennaio 2019

Fantasmi – Arturo Graf

Adolph von menzel - la-fucina
Fantasmi – Arturo Graf

Mezzanotte: fremendo l’oriuolo
I lenti squilli nel silenzio esala;
E mezzanotte; pensieroso e solo
Io seggo in mezzo alla profonda sala.

Splende d’un lume abbacinato e fioco
Delle finestre il gotico traforo;
Come una nebbia di stemprato foco
Raggian nel bujo i lacunari d’oro.

Nel ciel cui spazza il gelido rovajo,
Dietro i frastagli d’una guglia bruna,
Come uno scudo di forbito acciajo
Il disco sale della colma luna.

E mezzanotte; una mortal quiete
Il freddo e sonnolento aere ingombra;
Un organo s’addossa alla parete,
E con le terse canne allista l’ombra.

Io guardo innanzi a me lo steso arazzo,
E a poco a poco, trasparenti e pure,
Veggo apparir sul fondo pavonazzo,
Colorirsi e passar care figure.

Larve di donne innamorate e morte,
Coronate di gigli e d’amaranti,
Belle, soavi, in dieta estasi assorte,
Piene di carita nei lor sembianti.

Passan lente e leggiere, in compagnia,
E tornano a vanir nell’aer scuro;
Io veggo la dipinta anima mia
Istoriarsi a mano a man sul muro.

L’organo si ridesta; entro le cave
Trombe gorgoglia un gemebondo fiato;
Trema un canto nell’aria arcano e grave,
Il canto della morte e del passato.

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