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3 febbraio 2019

da “Gabriella garofano e cannella” – Jorge Amado

dipinto di Fabian Perez
da “Gabriella garofano e cannella” – Jorge Amado

Era stato il calzolaio Felipe - bocca velenosa d’anarchico che bestemmiava continuamente contro i preti, ma era cortese come un Grande di Spagna nel parlare con le donne - che le aveva insegnato quella moda.
- La più bella delle mode - aveva detto. - Tutte le belle ragazze di Siviglia portano un fiore rosso fra i capelli...
Viveva da tanti anni ad Ilhéus, battendo suole, e parlava ancora mescolando spagnolo e portoghese. Prima si faceva vedere al bar molto di rado. Lavorava molto, aggiustando selle, finimenti, suole, tacchi, negli attimi di libertà leggeva opuscoli dalla copertina rossa, o andava a discutere nella Cartoleria Centrale. Se andava al bar, era solo alla domenica, per giocare a dama o a scacchi ed era considerato un avversario temuto da tutti. Ma ora andava al bar ogni giorno, prima di pranzo, per l’aperitivo. Quando entrava Gabriella, lo spagnolo alzava il capo dagli arruffati capelli candidi, rideva con i denti smaglianti come quelli di un ragazzo:
- Salve la gracia, olè!

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