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8 febbraio 2019

L’elegia del Buongoverno - Solone

dipinto di Berardino Totaro
L’elegia del Buongoverno - Solone

La nostra città non potrà mai perire per il destino di Zeus e per volere degli dèi beati, immortali; tale è la sua custode magnanima, Pallade Atena, figlia di un terribile padre [Zeus], che tiene sopra di lei la sua mano. Ma sono i cittadini stessi nella loro stoltezza, sedotti dalla ricchezza, che vogliono distruggere la nostra grande città, è la mente ingiusta dei capi, che per la loro violenza sono destinati a soffrire molti dolori; non sanno contenere i loro eccessi, non sanno godere la gioia nella tranquillità del banchetto.
[…] Arricchiscono persuadendosi a compiere azioni ingiuste […] Non risparmiano i beni sacri né quelli pubblici, ma rubano e rapinano dall’una parte e dall’altra, e non rispettano i sacri fondamenti della giustizia. Ma essa tacendo conosce il presente e il passato, e col tempo arriva sempre a punire. Già tutta la città è ferita da un colpo immenso: rapidamente corre verso la schiavitù che risveglia le lotte civili, e la guerra che
dorme, che distrugge la vita preziosa di tanti giovani. La nostra amata città, per opera dei suoi nemici, si logora rapidamente nei complotti di uomini ingiusti. Questi mali girano nel paese, e tra i poveri molti emigrano in una terra straniera, venduti, incatenati a indegne catene. […] Così la sciagura pubblica corre nella casa di ognuno; non riescono a fermarla le porte dell’atrio, balza al di là delle mura, e comunque trova pure chi è
fuggito nel profondo della sua stanza. Queste cose il mio cuore mi ordina di dire agli Ateniesi, quanti mali procura alla città il Malgoverno; il Buongoverno rende tutto ordinato e armonioso e spesso mette in catene gli uomini ingiusti, spiana le asperità, mette fine agli eccessi e cancella la violenza, secca sul nascere i fiori della rovina, raddrizza i giudizi storti, addolcisce gli orgogli, mette fine alle discordie, alla collera delle liti dolorose, e per suo merito tutto è tra gli uomini saggio e armonioso.

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