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2 marzo 2019

da La canzone del mendicante d'amore - Filippo Tommaso Marinetti

Ugo Celada - Orchidea, 1952
da La canzone del mendicante d'amore - Filippo Tommaso Marinetti
 

Con un gesto sublime,
tu m'offristi, in delirio, la tua nudità soave
come una fiasca di pellegrino, ed io
abbeverai la mia sete immensa
sul tuo corpo ignudo, fino al delirio,
cercandovi l'immenso Oblìo...
Tremante e come pazza di vertigine
si chinò la mia Anima
sulla tua bellezza radiosa,
perdutamente, come sopra un abisso
vertiginoso di profumi e di calde luci!...
I tuoi occhi s'illanguidirono dolcissimamente
sotto le rosee palpebre
--lampade velate di vaporosa seta--
e, chinato fra i tuoi svolazzanti capelli,
io presi alfine la tua Anima, tutta
la tua Anima, religiosamente,
protese le labbra,
come si prende l'ostia consacrata.

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