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12 marzo 2019

Forse il cuore è costante, dopo tutto – Mary Dorcey

Henri de Toulouse-Lautrec - Il sofà
Forse il cuore è costante, dopo tutto – Mary Dorcey

Forse il cuore è costante, dopo tutto. Forse
non fa differenza chi amiamo, quale voce ci tenti,
quale nome pronunciamo. L'amore è sempre lo stesso,
non è vero? Scaturito da un'unica fonte, insegue lo stesso

Tracciato. È sempre la stessa sete che plachiamo, la
stessa immagine nell'acqua; lo stesso sguardo offuscato dal sangue.
Forse non fa differenza chi desideriamo -
non è sempre lo stesso velo che stendiamo su ogni nuova

Sembianza; l'ordito più fine che illusione possa comprare, tessuto
di sete impreziosite da fiducia, speranza e inganno?
Cosa importa infine quale sguardo
catturi? Non è sempre lo stesso canto di sirena,

Lo stesso vino sulle labbra, lo stesso sale sulla
ferita? Se il cuore è minimamente, fedele non lo è
a ciò che è fondamentale, universale? È soltanto nei
dettagli che l'amore ci inganna – lo scenario e i

Costumi: quel cielo particolare, quella strada, l'oleandro
sul cancello aperto, una scala a chiocciola, un copriletto bianco -
il tempo e le case, il linguaggio e le
strade: apparenze, facilmente confuse, dimenticate

Perdute come foglie o pelle, come i ricordi stessi. Come
l'impronta della vista e del tatto: il fiato sul vetro, un
volto particolare. Forse anche questo alla fine sarà perduto
e con esso l'ultimo bagliore: quella notte, l'odore di una

Strada, il fiume ferito, il ponte illuminato: un'amante
che lo attraversa; che torna indietro – un'estranea. Persino questo,
alla fine, anche questo svanirà, cancellato come il tempo stesso. Come il
ricordo del suo volto. Come il ricordo di quella bugia.

Traduzione di Mariagrazia Pecoraro

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