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29 giugno 2019

Aspettando i barbari - Costantino Kavafis

Rifugiati dalla nave cargo Vlora nel porto di Bari (Italia) l’8 agosto 1991
Aspettando i barbari - Costantino Kavafis

Che aspettiamo, raccolti nella piazza?

        Oggi arrivano i barbari.

Perché mai tanta inerzia no Senato?
E perché i senatori siedono e non fan leggi?

        Oggi arrivano i barbari.
        Che leggi devon fare i senatori?
        Quando verranno le faranno i barbari.

Perché l’imperatore s’è levato
così per tempo e sta, solenne, in trono,
alla porta maggiore, incoronato?

        Oggi arrivano i barbari
        L’imperatore aspetta di ricevere
        il loro capo. E anzi ha già disposto
        l’offerta d’una pergamena. E là
        gli ha scritto molti titoli ed epiteti.

Perché i nostri due consoli e i pretori
sono usciti stamani in toga rossa?
Perché i bracciali con tante ametiste,
gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti?
Perché brandire le preziose mazze
coi bei caselli tutti d’oro e argento?

        Oggi arrivano i barbari,
        e questa roba fa impressione ai barbari.

Perché i valenti oratori non vengono
a snocciolare i loro discorsi, come sempre?

        Oggi arrivano i barbari:
        sdegnano la retorica e le arringhe.

Perché d’un tratto questo smarrimento
ansioso? (I volti come si son fatti serii)
Perché rapidamente le strade e piazze
si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi?

        S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
        Taluni sono giunti dai confini,
        han detto che di barbari non ce ne sono più.

E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente.

Tratto da Poesie, Oscar Mondadori editori, Milano, 1961. A cura di Filippo Maria Pantani.

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