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26 giugno 2019

da Furore - John Steinbeck

dipinto di Eric Bowman
da Furore - John Steinbeck

E alla fine i delegati dei proprietari arrivavano al punto. 
La mezzadria non può più funzionare. Un uomo con un trattore può prendere il posto di dodici o quattordici famiglie. Gli si dà un salario e si prende tutto il raccolto. Dobbiamo farlo. Non ci fa piacere farlo. Ma il mostro è malato. Al mostro è successo qualcosa. 
Ma così ucciderete la terra con tutto il cotone. 
Lo sappiamo. Dobbiamo sbrigarci a prendere il cotone prima che la terra muoia. Poi venderemo la terra. All’Est ci sono tante famiglie che vorrebbero possedere un pezzo di terra.
Gli uomini accoccolati alzavano gli occhi, allarmati. 
Ma cosa sarà di noi? 
Come faremo per mangiare?
Dovrete lasciare la terra. Gli aratri verranno a spianare la vostra aia. 
A quel punto gli uomini accoccolati si alzavano in piedi, furibondi. Mio nonno ha preso questa terra e ha dovuto uccidere gli indiani e cacciarli via. E mio padre è nato qui, e ha liberato questa terra dalla gramigna e dai serpenti.
Poi c’è stata una brutta annata e ha dovuto farsi prestare un po’ di soldi. E noi siamo nati qui. Lì, sulla soglia: quelli sono i nostri figli, nati qui. E mio padre ha dovuto farsi prestare altri soldi. Già allora la terra era della banca, ma ci hanno permesso di restare qui e di tenere un po’ di quello che coltivavamo. Lo sappiamo… sappiamo tutto. Non siamo noi, è la banca. Una banca non è come un uomo. E manco uno che possiede cinquantamila acri è come un uomo. È questo il mostro.

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