Camillo Berti - Il Pollarolo
da L’oro di Napoli – Giuseppe Marotta
Il cappone
ma è più spesso il cappone: solo o accompagnato, grasso o magro, apocrifo o verace è quasi sempre il cappone. Il contadino arriva senza affrettarsi, come la mano di Dio; porta i capponi legati per le zampe o in un cesto coperto da una reticella di spago; dice: «Eccellenza, per cento anni» e guarda la polverosa scrivania piena di ragione e di torto, il telefono bisunto e muto, le pareti medicate con la gomma arabica, i grumi di inchiostro nell’immenso calamaio, il tappeto dagli indecifrabili disegni, ridotto a un velo, a un’anima di tappeto; il contadino teme e ammira queste cose indipendentemente dal loro stato: lasciatelo guardare e riflettere, sono impressioni che forse aggiungeranno fichi secchi e mazzi di sorbe ai capponi di un altro Natale, sono impressioni che un’accorta strategia può e deve ribadire prima che un soffio di vento entri dal vetro rotto della finestra e le smorzi. Nello studio e nella casa dell’avvocato Carraturo tutto è stato predisposto per ricevere almeno un cappone di Sparanise o di Noia. I figli minori, Aldo e Luigino, ai quali neppure una visita del presidente del Tribunale impedirebbe di gettarsi contro l’uscio chiedendo pane, sono per qualche giorno ospiti della nonna materna al Vomero. Ernesto, in vacanza dal ginnasio, geme nel corridoio. Non può muoversi; appena i capponi oltrepasseranno la soglia dovrà precipitarsi al più vicino telefono pubblico e chiamare chiamare lo studio Carraturo, in modo che l’avvocato conforti i presunti clienti esclamando: «Rigetto? Ma io vi comunico il pieno accoglimento del nostro ricorso!», o: «Credo che la nostra conclusionale abbia disorientato l’avversario. A cavilli vogliono fare? E noi ce li mangeremo vivi», per poi rivolgere ai capponi un celestiale sorriso dicendo: «Mio caro Chierchia, sono oberato… Come, non venite per la nostra insoluta questione con i Ribera? Gesù, voi avete voluto incomodarvi… Maria! Assunta! Portate il caffè a Chierchia». Allora la moglie e la figlia dell’avvocato entrano con la tazzina sul piatto dall’orlo qua e là dorato. Sogguardano i capponi che il nolano non si decide a porgere, ostentano disinvoltura e stile queste due donne con troppa cipria sul viso e con troppa ansia in cuore. Anime del Purgatorio… c’è dunque la carne per le feste; c’è il supremo brodo che sembra cosparso di sterline, e che esposto al freddo notturno sul davanzale diventerà gelatina; c’è il grasso balsamico, gentile, che accompagna nel ragù i petti dalle fibre delicate, bianche, lunghe come la pace; e infine c’è un cappone da mandare al forno, l’ultimo dei quattro: sarà pieno di quante uova si potranno avere a credito dal salumaio, avrà intorno un paesaggetto di patate, il suo odore busserà a tutte le porte del casamento, dicendo: «L’avvocato Carraturo… sì, lui… anche nel presente e difficilissimo Natale i Carraturo sono all’altezza».
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