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17 giugno 2019

Il giovane Holde - J.D. Salinger

Il giovane Holde - J.D. Salinger

Diceva sempre “Ma certo”, lui. Diceva che non contava niente se uno era sposato. Diceva che in tutto il mondo metà degli uomini sposati sono finocchi e nemmeno lo sanno. Diceva che uno come niente può diventare finocchio dalla sera alla mattina, se ne ha tutte le caratteristiche e via discorrendo. Ci metteva addosso una paura infernale. Io vivevo aspettandomi di diventare finocchio o qualcosa del genere. Il buffo, col vecchio Luce, è che io pensavo che fosse un po' finocchio anche lui, in un certo senso. Diceva sempre “Prova un po' se questo ti calza”, e poi ti stuzzicava il didietro a tutta forza mentre tu te ne andavi per il corridoio. E ogni volta che andava al gabinetto non c'era caso che chiudesse quella maledetta porta, e mentre tu ti lavavi i denti o che so io, lui chiacchierava. Se queste non son cose da finocchi, dico io. Sul serio. Ho conosciuto un sacco di autentici finocchi, a scuola e via discorrendo, e fanno sempre cose del genere, ed ecco perché ho sempre avuto i miei bravi sospetti sul vecchio Luce. Però era un tipo molto intelligente. Sul serio.
Quando t'incontrava non c'era caso che ti salutasse. Appena si fu seduto, per prima cosa disse subito che poteva trattenersi soltanto un paio di minuti. Aveva un appuntamento, disse. Poi ordinò un martini secco. Disse al barista che lo voleva molto secco e senza oliva.
- Ehi, ti ho procurato un finocchio, - gli dissi. - In fondo al bar. Non guardare subito. Te l'ho tenuto in serbo.
- Da crepare dal ridere, - disse lui. - Sempre lo stesso vecchio Caulfield. Quando ti decidi a
crescere?
Gli facevo girar le scatole da morire. Sul serio. Lui però mi divertiva. Era uno di quei tipi che mi divertono immensamente.
- Come va la tua vita sessuale? - gli domandai. Non poteva soffrire che gli faceste domande di questo genere.
- Calma, bello, - disse. - Siediti comodo e calmati, Cristo santo.
- Sono calmissimo, - dissi. - Come va alla Columbia? Ti piace?
- Certo che mi piace. Se non mi piacesse non ci sarei andato, - disse. Sapeva essere alquanto barboso anche lui, certe volte.
- Che cosa stai studiando? - gli domandai. - Pervertiti? - Scherzavo, naturalmente.
- Cosa credi di fare, lo spiritoso?
- No. Stavo solo scherzando, - dissi. - Sta' a sentire, Luce. Tu sei un intellettuale. Mi occorre il tuo consiglio. Mi trovo in un tremendo...
Lui emise un profondo gemito. - Senti, Caulfield. Se vuoi che stiamo qui a berci qualcosa in santa pace, e ad avere in santa pace un tranquillo scambio di...
- Va bene, va bene, - dissi. - Calmati -. Era chiaro che non gli andava di parlare di cose serie con me. Ecco il guaio, con questi intellettuali. Se non va a loro, non vogliono mai parlare di cose serie.
Cosí andò a finire che mi misi a parlare di cose generali. - No, senza scherzi, come va la tua vita sessuale? - gli domandai. - Ti scorrazzi ancora quella bambola con cui te la facevi ai tempi di Whooton? Quella con quel fantastico...
- Buon Dio, no, - disse lui.
- Come mai? Che ne è successo?
- Non ne ho la piú pallida idea. Per quel che ne so io, a quest'ora probabilmente sarà la Regina delle Puttane del New Hampshire, visto che me lo domandi.
- Questo non è bello da parte tua. Se era tanto gentile da lasciarti provare un rapporto erotico con lei ogni volta che volevi, almeno non dovresti parlarne in questo modo.
- Oh, Dio! - disse il vecchio Luce. - Vuoi proprio che facciamo una tipica conversazione alla Caulfield? Dimmelo subito.
- No, - dissi io, - ma non è bello da parte tua lo stesso. Se era tanto civile e carina da lasciarti...
- Non possiamo proprio piantarla di pensare a queste cose insopportabili?

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