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26 giugno 2019

Il tre dicembre del '39 - Francesco Guccini

dipinto di Marc Figueras
Il tre dicembre del '39 - Francesco Guccini

Il tre dicembre del trentanove a stare al mondo volli provar:
mio padre uomo ligio al partito nome Benito mi volle dar.
Mia madre, santa donna di Dio, aggiunse un Pio per contentar
uno zio prete che per commosso ringraziamento mi battezzò...

Appena giunto su questa terra ci fu la guerra e il genitor
che fu dei primi ad andar via dall'Albania mai più tornò:
mia madre allora cercò lo zio per dirgli "Pio, che mangerà?"
Egli rispose di aver pazienza; "La Provvidenza, vi aiuterà..."

La provvidenza ci ha poi aiutati con i soldati della Wermacht,
poi dopo l'8 seguii gli eventi, e fui parente dello zio Sam:
mia madre, donna di gran pietà, cercò in politica verginità...
sulla sua porta ci scrisse "Mary", scordai la lupa, mi chiamai Jack...

Quarantacinque, finì la guerra, ma in questa terra pace non c'è,
il parabellum fanno cantare per festeggiare la libertà :
mia madre allora che fiutò l'aria fu proletaria e si sposò
un pezzo grosso del C.L.N. e io divenni "Benski-Stalin"...

I giorni passano, i tempi cambiano, i fronti cadono, la piazza calmasi,
restaurazione, televisione, boom economico, seicento Fiat...
Mia madre, donna di grande amore, sentì nel cuore l'error di un dì:
fu clericale, democristiana, e nella lana fede trovò...

Ora ho una fabbrica, solo un affanno: un miliardo all'anno appena mi dà!
Io son per la D.C., ma di sinistra e socialista diventerò...
Mia madre donna ormai d'età morì in odore di santità...
Io chiesa, nobili e terzo stato sempre ho fregato solo per me...

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