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2 giugno 2019

Le grazie, da Inno secondo, Vesta - Ugo Foscolo

Sandro Botticelli - Primavera, dettaglio, 1482, tempera su tela cm 200x314, Galleria degl Uffizi, Firenze
Le grazie - Ugo Foscolo
da Inno secondo - Vesta

I
Tre vaghissime donne a cui le trecce
Infiora di felici itale rose
Giovinezza, e per cui splende più bello
Sul lor sembiante il giorno, all'ara vostra
Sacerdotesse, o care Grazie, io guido.
Qui e voi che Marte non rapì alle madri
Correte, e voi che muti impallidite
Nel penetrale della Dea pensosa,
. . . . . Urania era più lieta
. . . . . . . . . .
. . . . . . . . . .
. . . e le Grazie a lei l'azzurro
Paludamento ornavano. Con elle
Qui dov.io canto Galileo sedeva
. . . . . a spiar l'astro
Della loro regina; e il disviava
Col notturno rumor l'acqua remota,
Che sotto a' pioppi delle rive d'Arno
Furtiva e argentea gli volava al guardo.
Qui a lui l'alba, la luna e il sol mostrava,
Gareggiando di tinte, or le severe
Nubi su la cerulea alpe sedenti,
Or il piano che fugge alle tirrene
Nereidi, immensa di città e di selve
Scena e di templi e d'arator beati,
Or cento colli, onde Appennin corona
D'ulivi e d'antri e di marmoree ville
L'elegante città, dove con Flora
Le Grazie han serti e amabile idioma.
Date principio, o giovinetti, al rito,
E da' festoni della sacra soglia
Dilungate i profani. Ite, insolenti
Genii d'Amore, e voi livido coro
Di Momo, e voi che a prezzo Ascra attingete.
Qui né oscena malía, né plauso infido
Può, né dardo attoscato: oltre quest'ara,
Cari al volgo e a' tiranni, ite, profani.
Dolce alle Grazie è la virginea voce
E la timida offerta: uscite or voi
Dalle stanze materne ove solinghe
Amor v'insidia, o donzellette, uscite:
Gioia promette e manda pianto Amore.
Qui su l'ara le rose e le colombe
Deponete, e tre calici spumanti
Di latte inghirlandato; e fin che il rito
V'appelli al canto, tacite sedete:
Sacro è il silenzio a' vati, e vi fa belle
Più del sorriso. E tu che ardisci in terra
Vestir d'eterna giovinezza il marmo,
Or l'armonia della bellezza, il vivo
Spirar de' vezzi nelle tre ministre,
Che all'arpa io guido agl'inni e alle carole,
Vedrai qui al certo; e tu potrai lasciarle
Immortali fra noi, pria che all'Eliso
Su l'ali occulte fuggano degli anni.

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