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26 giugno 2019

Le mani di Jeanne-Marie – Arthur Rimbaud

Pierre-Auguste Renoir - Parigine in costume algerino, 1871-72, cm 157 x 130, Museo Nazionale di Arte Occidentale Tokio
Le mani di Jeanne-Marie – Arthur Rimbaud

Jeanne-Marie ha delle mani forti,
Mani scure conciate dall'estate,
Mani pallide come mani morte.
- Sono forse le mani di Juana?

Han forse preso le melme brune
Sugli acquitrini di voluttà?
Son forse sprofondate nelle lune
Dai bianchi stagni di serenità?

Hanno forse bevuto cieli barbari,
Quiete sulle ginocchia deliziose?
Avranno forse arrotolato sigari
O fatto contrabbando di diamanti?

Sui piedi ardenti delle Madonne
Hanno fatto avvizzire fiori d'oro?
E il sangue nero della belladonna
Che dentro il loro palmo scoppia e dorme.

Son forse mani che han cacciato i ditteri
Che fan vibrare le azzurrinità
Aurorali, vicino ai nettarii?
Son mani che decantano veleni?

Oh! quale sogno le ha dunque sorprese
In qualche loro pandiculazione?
Forse un sogno inaudito dalle Asie,
da Kenghavàar oppure da Sionne?

- Queste mani non han venduto arance,
Né son scurite si piedi degli dèi:
Queste mani non han lavato i panni
Di pesanti neonati senza sguardo.

Non sono certo mani di cugina
Né di operaie dalla vasta fronte
Che brucia, in boschi fetidi d'industria,
per un sole ubriacato di catrame.

Fate per stendere a terra i gropponi,
Son mani che però non fan mai male;
Ancora più fatali delle macchine,
Più forti di un cavallo tutto intero!

Sempre in subbuglio come fornaci,
Scuotendo con violenza tutti i fremiti,
La loro carne canta Marsigliesi,
Né si abbandona mai ai chierieleison!

Potrebbero agguantarvi per il collo,
Donne cattive, o schiacciarvi le mani,
Nobili donne, quelle mani infami
Piene di biacca oppure di carminio.

Lo splendore di quelle mani amanti
Può far girare il cranio delle pecore!
Nelle loro falangi saporose
Brillando il sole incastona un rubino!

Una macchia color della plebaglia
Le rende brune come un seno d'ieri;
È proprio al dorso di codeste Mani
che ogni fiero Ribelle ha dato un bacio!

Son diventate pallide, magnifiche,
Sotto il gran sole carico d'amore,
Impugnando le canne di mitraglia
Attraverso Parigi ammutinata!

Ah! qualche volta, Mani consacrate,
Sui vostri pugni, Mani dove tremano
Le nostre labbra mai disincantate,
Stridono chiari anelli di catena!

E uno strano sussulto scuote il fondo
Del nostro essere, quando vi si vuole
Sbiancare, Mani d'angelo, facendo
Sprizzare il sangue dalle vostre dita!

trad. IvosMargoni

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