Edward Hopper, Stanza a Brooklyn, 1932
Patto post-matrimoniale – Carmen YanezAllora, guardi,
facciamo un accordo:
io non so che messaggio
mi lascio dietro
quando apro gli sportelli
dei mobili della cucina
e lei impreca alle mie spalle,
richiudendoli,
ogni mattina con il sole e il caffè,
ogni mattina con il pane tostato e il burro
e la pioggia cantabrica
che bagna il nostro giardino segreto.
Non so cos’è che faccio uscire.
E non so cosa spinge lei
a non lasciarlo scappare.
Ma di sicuro questa battaglia non la vince nessuno.
Per cui facciamo un patto:
io li apro e lascio che respirino a piacere e
scoprano
la loro antica eleganza
e lei li richiude alle mie spalle,
intrappolandone gli enigmi.
E così fino alla fine dei giorni.
E le ricordo
che sono la stessa ragazzina del parco forestale
con l’uniforme blu da liceale
che cammina tenendola per mano le strade
di questo mondo.
Guardi
la mia sera e le mie manie
e vi riconosca le sue.
Che storie di pentole e fornelli!
Tovaglioli spaiati di dubbia provenienza,
ricette di cucina ingiallite e appiccicose
scritte a mano con il polso tremante del nonno.
Vecchia teiera sbeccata e riparata con rispetto
dal ricordo di sere deliziose.
Quante storielle accantonate all’ombra!
E quanti mestoli che aspettano di mescolare!
Ah! Senza certe sciocchezze
le giornate sarebbero dolorosamente piatte.
E allora guardi
quanto significato può avere
questo amore di fuochi e sapori.
Traduzione di Roberta Bovaia
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