da La compagnia dei Celestini - Stefano Benni
Fimicoli e Rosalino, fingendosi poliziorchi in borghese, presero sottobraccio Don Biffero che tra calci in culo, sputi, applausi e urla "Con le donne questo e altro" venne portato fuori. Qui, deposto su un'aiuola, iniziò a lamentarsi ad alta voce battendosi il petto: "Che orrore, che orrore! Il demonio che è mio coinquilino si è nuovamente risvegliato... credevo di essere guarito e invece..."
"Lo so Don Biffero," disse
Fimicoli "le succede ogni anno ormai. Due anni fa, con la Suora Mascherina nell'orto. L'anno scorso, quando balzò fuori dal confessionale su una penitente adultera troppo circostanziata nel rispondere alle sue domande..."
"Voi della polizia sapete tutto..."
"Non siamo della polizia," disse Rosalino, fotografandogli i pantaloni sbottonati "siamo giornalisti."
"E allora cosa ci fate qui? E perché mi avete salvato dal sacrosanto linciaggio?"
"Perché caro Zopilote, anche noi cerchiamo i suoi Celestini..."
"Oddio, la notizia è pubblica! I giornali, la Beccalosso, il Papa! Siamo rovinati! "
"No, la notizia è ancora segreta. Vogliamo noi l'esclusiva. C'è qualcosa di grosso sotto questa storia, vero?"
"Non lo saprete mai," disse Don Biffero, e tentò la fuga con uno scatto, ma si schiantò contro Don Bracco proveniente in senso opposto, ed ebbe la peggio.
"Caro Don Biffero," disse Fimicoli rialzandolo da terra "d'ora in avanti lei e il suo amico sanmenonita dovrete agire in accordo con noi. Primo, perché se vi comportate bene io sarò comprensivo nei miei articoli. Secondo, perché altrimenti Rosalino sarà costretto a pubblicare la foto del decano degli Zopiloti che, travestito, tenta di sodomizzare la cliente di una Famburger House."
"Credo che questo signore abbia ragione," disse Don Bracca "aiutiamoci con cristiano fervore."
"Bene," disse Fimicoli "allora dica anche a noi quello che ha appena scoperto."
"Come fa a sapere che ho scoperto qualcosa?"
"Un Sanmenonita non molla mai la traccia se già non sa dove riprenderla: San Menonio, Fede e fortezza, pagina 25. Da piccolo ho fatto il chierichetto anch'io," sorrise il giornalista.
"Beh, quand'è così," disse Don Bracco "andremo tutti al mare."
[…]
"Ci informa da vent'anni su tutti gli orfanotrofi regionali, gli abbiamo piazzato sei nipoti in banca. Ci disse che erano scappati tre orfanelli. Pensai che sarebbe stato un grave scandalo anche per me, che avrebbero attaccato il mio assessorato, il mio partito. Dovevamo ritrovarli... e così venimmo a sapere della missione di Don Bracco e io mi sostituii a lui... da giovane ho fatto l'attrice. Quanto al fiuto, ero collegata al partito via cellulare, erano loro a darmi tutte le informazioni..."
"Seducente mentitrice. E il vero Don Bracco?"
"È prigioniero e bendato nella nostra sede. Crede di essere stato rapito da pastori. Dobbiamo far passare due pecore nel corridoio ogni ora."
"Canaglie," disse Don Biffero amorosamente "ne ho confessati tanti di voi e ho sempre pensato che ci assomigliamo."
La Beccalosso accese la filodiffusione e tosto si filodiffuse nell'aria una triste nenia gladonica le cui parole sottolineavano la difficoltà e necessità dell'amore. L'amore è un veleno da bere piano l'amore è un treno che passa lontano l'amore è tutto ma a volte è un po' meno l'amore è strano l'amore è un coniglio, l'amore è un caimano.
(Mamma Mettimi Giù, dall'LP
Edgar Allan Disney)
E Don Biffero, trascinato dalla musica, intonò: "Vorrei come te dire frasi indignate su ciò che va cambiato in fretta e subito e subito scordare queste parole e ricordare la musica soltanto su cui cantare nuove frasi indignate su nuove cose che van cambiate subito sopra un'auto blu elegante ai dibattiti catodici, in un bel ristorante tra Vip e vipere a una festa danzante scordare i negri e gli immigrati e l'annoso problema degli alloggi qui, chiuso nel mio confessionale nella mia cella triste e fredda vorrei il tuo laico paradiso, amore ora che per i peggiori è il tempo migliore".
Fimicoli e Rosalino, fingendosi poliziorchi in borghese, presero sottobraccio Don Biffero che tra calci in culo, sputi, applausi e urla "Con le donne questo e altro" venne portato fuori. Qui, deposto su un'aiuola, iniziò a lamentarsi ad alta voce battendosi il petto: "Che orrore, che orrore! Il demonio che è mio coinquilino si è nuovamente risvegliato... credevo di essere guarito e invece..."
"Lo so Don Biffero," disse
Fimicoli "le succede ogni anno ormai. Due anni fa, con la Suora Mascherina nell'orto. L'anno scorso, quando balzò fuori dal confessionale su una penitente adultera troppo circostanziata nel rispondere alle sue domande..."
"Voi della polizia sapete tutto..."
"Non siamo della polizia," disse Rosalino, fotografandogli i pantaloni sbottonati "siamo giornalisti."
"E allora cosa ci fate qui? E perché mi avete salvato dal sacrosanto linciaggio?"
"Perché caro Zopilote, anche noi cerchiamo i suoi Celestini..."
"Oddio, la notizia è pubblica! I giornali, la Beccalosso, il Papa! Siamo rovinati! "
"No, la notizia è ancora segreta. Vogliamo noi l'esclusiva. C'è qualcosa di grosso sotto questa storia, vero?"
"Non lo saprete mai," disse Don Biffero, e tentò la fuga con uno scatto, ma si schiantò contro Don Bracco proveniente in senso opposto, ed ebbe la peggio.
"Caro Don Biffero," disse Fimicoli rialzandolo da terra "d'ora in avanti lei e il suo amico sanmenonita dovrete agire in accordo con noi. Primo, perché se vi comportate bene io sarò comprensivo nei miei articoli. Secondo, perché altrimenti Rosalino sarà costretto a pubblicare la foto del decano degli Zopiloti che, travestito, tenta di sodomizzare la cliente di una Famburger House."
"Credo che questo signore abbia ragione," disse Don Bracca "aiutiamoci con cristiano fervore."
"Bene," disse Fimicoli "allora dica anche a noi quello che ha appena scoperto."
"Come fa a sapere che ho scoperto qualcosa?"
"Un Sanmenonita non molla mai la traccia se già non sa dove riprenderla: San Menonio, Fede e fortezza, pagina 25. Da piccolo ho fatto il chierichetto anch'io," sorrise il giornalista.
"Beh, quand'è così," disse Don Bracco "andremo tutti al mare."
[…]
"Ci informa da vent'anni su tutti gli orfanotrofi regionali, gli abbiamo piazzato sei nipoti in banca. Ci disse che erano scappati tre orfanelli. Pensai che sarebbe stato un grave scandalo anche per me, che avrebbero attaccato il mio assessorato, il mio partito. Dovevamo ritrovarli... e così venimmo a sapere della missione di Don Bracco e io mi sostituii a lui... da giovane ho fatto l'attrice. Quanto al fiuto, ero collegata al partito via cellulare, erano loro a darmi tutte le informazioni..."
"Seducente mentitrice. E il vero Don Bracco?"
"È prigioniero e bendato nella nostra sede. Crede di essere stato rapito da pastori. Dobbiamo far passare due pecore nel corridoio ogni ora."
"Canaglie," disse Don Biffero amorosamente "ne ho confessati tanti di voi e ho sempre pensato che ci assomigliamo."
La Beccalosso accese la filodiffusione e tosto si filodiffuse nell'aria una triste nenia gladonica le cui parole sottolineavano la difficoltà e necessità dell'amore. L'amore è un veleno da bere piano l'amore è un treno che passa lontano l'amore è tutto ma a volte è un po' meno l'amore è strano l'amore è un coniglio, l'amore è un caimano.
(Mamma Mettimi Giù, dall'LP
Edgar Allan Disney)
E Don Biffero, trascinato dalla musica, intonò: "Vorrei come te dire frasi indignate su ciò che va cambiato in fretta e subito e subito scordare queste parole e ricordare la musica soltanto su cui cantare nuove frasi indignate su nuove cose che van cambiate subito sopra un'auto blu elegante ai dibattiti catodici, in un bel ristorante tra Vip e vipere a una festa danzante scordare i negri e gli immigrati e l'annoso problema degli alloggi qui, chiuso nel mio confessionale nella mia cella triste e fredda vorrei il tuo laico paradiso, amore ora che per i peggiori è il tempo migliore".
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