opera di Joan Mirò
da Marcovaldo – Italo Calvino
Estate
14. Luna e Gnac
– E quell'altra, cosa segna?
– Quella segna ci. Ma non c'entra con le stelle. È l'ultima lettera della parola COGNAC. Le stelle invece segnano i punti cardinali. Nord Sud Est Ovest.
La luna ha la gobba a ovest. Gobba a ponente, luna crescente. Gobba a levante, luna calante.
– Papa, allora il cognac è calante? La ci ha la gobba a levante!
– Non c'entra, crescente o calante: è una scritta messa lì dalla ditta Spaak.
– E la luna che ditta l'ha messa?
– La luna non l'ha messa una ditta. È un satellite, e c'è sempre.
– Se c'è sempre, perché cambia di gobba?
– Sono i quarti. Se ne vede solo un pezzo.
– Anche di COGNAC se ne vede solo un pezzo.
– Perché c'è il tetto del palazzo Pierbernardi che è più alto.
– Più alto della luna?
E così, ad ogni accendersi del GNAC, gli astri di Marcovaldo andavano a confondersi coi commerci terrestri, ed Isolina trasformava un sospiro nell'ansimare d'un mambo canticchiato, e la ragazza dell'abbaino scompariva in quell'anello abbagliante e freddo, nascondendo la sua risposta al bacio che Fiordaligi aveva finalmente avuto il coraggio di mandarle sulla punta delle dita, e Filippetto e Mi–chelino coi pugni davanti al viso giocavano al mi–tragliamento aereo, – Ta–ta–ta–tà... – contro la scritta luminosa, che dopo i venti secondi si spegneva.
– Ta–ta–tà... Hai visto, papa, che l'ho spenta con una sola raffica? – disse Filippetto, ma già, fuori della luce al neon, il suo fanatismo guerriero era svanito e gli occhi gli si riempivano di sonno.
– Magari! – scappò detto al padre, – andasse in pezzi! Vi farei vedere il Leone, i Gemelli...
– Il Leone! – Michelino fu preso d'entusiasmo. –Aspetta! – Gli era venuta un'idea. Prese la fionda, la caricò del ghiaino di cui sempre aveva in tasca una riserva, e tirò una sventagliata di sassolini con tutte le forze contro il GNAC.
Estate
14. Luna e Gnac
– E quell'altra, cosa segna?
– Quella segna ci. Ma non c'entra con le stelle. È l'ultima lettera della parola COGNAC. Le stelle invece segnano i punti cardinali. Nord Sud Est Ovest.
La luna ha la gobba a ovest. Gobba a ponente, luna crescente. Gobba a levante, luna calante.
– Papa, allora il cognac è calante? La ci ha la gobba a levante!
– Non c'entra, crescente o calante: è una scritta messa lì dalla ditta Spaak.
– E la luna che ditta l'ha messa?
– La luna non l'ha messa una ditta. È un satellite, e c'è sempre.
– Se c'è sempre, perché cambia di gobba?
– Sono i quarti. Se ne vede solo un pezzo.
– Anche di COGNAC se ne vede solo un pezzo.
– Perché c'è il tetto del palazzo Pierbernardi che è più alto.
– Più alto della luna?
E così, ad ogni accendersi del GNAC, gli astri di Marcovaldo andavano a confondersi coi commerci terrestri, ed Isolina trasformava un sospiro nell'ansimare d'un mambo canticchiato, e la ragazza dell'abbaino scompariva in quell'anello abbagliante e freddo, nascondendo la sua risposta al bacio che Fiordaligi aveva finalmente avuto il coraggio di mandarle sulla punta delle dita, e Filippetto e Mi–chelino coi pugni davanti al viso giocavano al mi–tragliamento aereo, – Ta–ta–ta–tà... – contro la scritta luminosa, che dopo i venti secondi si spegneva.
– Ta–ta–tà... Hai visto, papa, che l'ho spenta con una sola raffica? – disse Filippetto, ma già, fuori della luce al neon, il suo fanatismo guerriero era svanito e gli occhi gli si riempivano di sonno.
– Magari! – scappò detto al padre, – andasse in pezzi! Vi farei vedere il Leone, i Gemelli...
– Il Leone! – Michelino fu preso d'entusiasmo. –Aspetta! – Gli era venuta un'idea. Prese la fionda, la caricò del ghiaino di cui sempre aveva in tasca una riserva, e tirò una sventagliata di sassolini con tutte le forze contro il GNAC.
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