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12 luglio 2019

da Sole e carne – Arthur Rimbaud

Annibale Carracci - Venere dorminente con amorini, 1602, olio su tela 190 x 328 cm, Museo Condé, Chantilly
da Sole e carne – Arthur Rimbaud

II
Io credo in te, credo in te, divina madre,
Afrodite del mare! – Amaro è il cammino
da quando l’altro Dio ci aggioga alla sua croce;
Carne, Marmo, Fiore, in te, Venere, io credo!
– L’Uomo è triste e turpe, triste sotto il vasto cielo.
Porta le vesti perché non è più casto,
perché ha insudiciato il suo fiero busto di dio
e rattrappito, come un idolo sul fuoco,
il suo olimpico corpo con turpi servitù!
Persino oltre la morte, negli scheletri lividi,
vuol vivere, insultando la primitiva bellezza!
– E l’idolo in cui ponesti tanta verginità
divinizzando in lei la nostra vile argilla, la Donna,
affinché l’Uomo potesse purificare la sua misera anima
e lentamente ascendere, in un immenso amore,
dal carcere terreno allo splendore della luce,
la Donna non sa essere più nemmeno cortigiana!
– È una bella farsa! ed il mondo deride
il nome dolce e sacro della grande Venere!

Trad. Laura Mazza

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