dipinto di Fernándo de Szyszlo
Sonetti X - John Donne Morte non esser fiera, pur se taluni t'abbiano chiamata
terribile e possente, perché tu non lo sei;
ché quei che tu credi di travolgere
non muoiono, povera morte, né tu puoi uccider me.
Dal riposo e dal sonno, che non son che tue immagini,
molto piacere deriva, quindi da te dovrà derivarne maggiore,
e i nostri migliori se ne vanno per primi con te,
riposo delle loro ossa, liberazione dell'anima.
Tu sei schiava del Fato, del Caso, di re e di disperati,
e dimori col veleno, con la guerra e con l'infermità,
e oppio o incanti possono farci dormire altrettanto
e meglio del tuo colpo; perché dunque insuperbisci?
Trascorso un breve sonno, noi vegliamo in eterno,
e more più non sarà; Morte, tu morrai.
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