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19 settembre 2019

Da Un amore – Dino Buzzati

dipinto di Malcolm Liepke
Da Un amore – Dino Buzzati

«Ecco. Finito. Ti piaccio?» fece Laide, voltando la faccia verso di lui. Poi si alzò, rimise a posto l’armadietto, riattaccò lo specchio in bagno, ripose nella borsa la pinzetta. Perché aveva la mania dell’ordine. Poi, anziché tornare al letto (Antonio si era disteso supino, aspettando di riceverla fra le braccia) trasferì il telefono, che era di là nel soggiorno, sul comodino da notte, innestò la spina, andò ancora di là, tornò con in mano il «Corriere» lo aprì alla pagina degli annunci economici, lo piegò con cura, cominciò a consultare le offerte di locali.
«E adesso si può sapere che cosa fai?»
«Niente. Bisogna pure che mi dia le mani attorno se voglio trovare casa. Ci sono qui due tre indirizzi. Lascia che provi.»
«E non puoi fare dopo?»
«No, dopo magari è troppo tardi e non risponde più nessuno.»
«Dài, è già un’ora che aspetto.»
«Per carità non cascherà il mondo se arriverai in studio con mezz’ora di ritardo!»
«Non è per questo.»
«E per cosa allora?»
«Tu almeno…»
«Tu almeno sei una cretina vuoi dire e va bene io sono una cretina certo che l’intelligenza tua io non ce l’ho. Ma a quest’ora, invece di discutere, avrei già fatto due telefonate.»

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