da Un amore – Dino Buzzati
Perché se la prendeva tanto? Perché continuava a pensarci? Di che cosa aveva paura? che Laide scomparisse? Figurarsi. Bastava un colpo di telefono e lei correva a prendere un tassì; e lui l’aveva a sua disposizione, con la biancheria in ordine, tutta ben lavata da poter baciare impunemente in ogni parte del corpo.
No. Aveva un bel fare questo ragionamento. Non bastava. Lei sarebbe accorsa, è vero, alla chiamata della signora Ermelina e sarebbe venuta in letto con lui ma tutto in fondo si riduceva a mezz’ora un’ora al massimo, questo era per lei solo un breve intermezzo di lavoro, da risolvere con gentilezza ma anche con la maggior celerità possibile (Dorigo si era ben accorto di non farla godere, quando le baciava il sesso la Laide teneva chiusi gli occhi, le labbra socchiuse tutto lì, ma per il resto non un vero palpito, un sospiro, un gemito, meglio così comunque piuttosto che le disgustose commedie di certe prostitute convinte che in amore tutti gli uomini senza distinzione debbano essere completamente cretini). Mezz’ora, un’ora al massimo con lui, un paio di volte alla settimana. Ma il resto? Tutte le ore della giornata e della notte? Dove andava? Chi frequentava? La sua vera vita, speranze, divertimenti, gioie, vanità, amori, era altrove, non nel brevissimo tempo trascorso con Antonio. Laggiù era lei veramente, laggiù era tutto quello ch’egli avrebbe voluto sapere di lei, laggiù era il misterioso affascinante, forse anche turpe e squallido mondo a lui vietato. Che rabbia per esempio quando, dopo aver fatto l’amore, lui le proponeva di accompagnarla a casa in macchina e lei diceva di no, si doveva fermare ancora un poco dalla signora Ermelina per provare un vestito e lui capiva benissimo che il vestito era un pretesto qualsiasi, in realtà lei restava in attesa di un altro cliente. Oppure, se l’incontro avveniva di sera, lei se ne fuggiva prima di lui, la aspettavano a teatro per esempio, o non voleva rincasare tardi senò sua sorella che scenata, oppure c’era, sotto, un’amica che l’aspettava in macchina.
Perché se la prendeva tanto? Perché continuava a pensarci? Di che cosa aveva paura? che Laide scomparisse? Figurarsi. Bastava un colpo di telefono e lei correva a prendere un tassì; e lui l’aveva a sua disposizione, con la biancheria in ordine, tutta ben lavata da poter baciare impunemente in ogni parte del corpo.
No. Aveva un bel fare questo ragionamento. Non bastava. Lei sarebbe accorsa, è vero, alla chiamata della signora Ermelina e sarebbe venuta in letto con lui ma tutto in fondo si riduceva a mezz’ora un’ora al massimo, questo era per lei solo un breve intermezzo di lavoro, da risolvere con gentilezza ma anche con la maggior celerità possibile (Dorigo si era ben accorto di non farla godere, quando le baciava il sesso la Laide teneva chiusi gli occhi, le labbra socchiuse tutto lì, ma per il resto non un vero palpito, un sospiro, un gemito, meglio così comunque piuttosto che le disgustose commedie di certe prostitute convinte che in amore tutti gli uomini senza distinzione debbano essere completamente cretini). Mezz’ora, un’ora al massimo con lui, un paio di volte alla settimana. Ma il resto? Tutte le ore della giornata e della notte? Dove andava? Chi frequentava? La sua vera vita, speranze, divertimenti, gioie, vanità, amori, era altrove, non nel brevissimo tempo trascorso con Antonio. Laggiù era lei veramente, laggiù era tutto quello ch’egli avrebbe voluto sapere di lei, laggiù era il misterioso affascinante, forse anche turpe e squallido mondo a lui vietato. Che rabbia per esempio quando, dopo aver fatto l’amore, lui le proponeva di accompagnarla a casa in macchina e lei diceva di no, si doveva fermare ancora un poco dalla signora Ermelina per provare un vestito e lui capiva benissimo che il vestito era un pretesto qualsiasi, in realtà lei restava in attesa di un altro cliente. Oppure, se l’incontro avveniva di sera, lei se ne fuggiva prima di lui, la aspettavano a teatro per esempio, o non voleva rincasare tardi senò sua sorella che scenata, oppure c’era, sotto, un’amica che l’aspettava in macchina.
Nessun commento:
Posta un commento