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28 ottobre 2019

da Paolo il caldo - Vitaliano Brancati

opera di Nadezhda Udaltsova
da Paolo il caldo - Vitaliano Brancati

Giunto a casa, trafelato, di corsa, volgendosi da ogni parte, come inseguito da tutte le tentazioni di saggezza, cogitazione e religiosità che Pinsuto coi suoi discorsi gli aveva suscitato intorno, e temendo che una di esse, uscita dallo stato nebuloso, lo arrestasse bruscamente, deviandolo verso un museo o una chiesa o un libro (timore veramente infondato, ma che gli serviva a rendere la voluttà difficile, faticosa e alla fine meritoria come un atto di eroismo), Paolo corse alla scrivania su cui era posato l’apparecchio telefonico. Rallentò il respiro e curvata la fronte sul dorso della mano, aspettò che il pensiero, ancora trepidante ai richiami dell’alto, si coagulasse in un’unica compatta sensazione di piacere, diventando esso stesso carnoso come le proprie immagini.
Non appena sentì che questo era accaduto, risollevò la testa e accarezzò due volte l’apparecchio nero attraverso il quale la sua voce, prolungandosi come un serpente, poteva strisciare sulle guance di migliaia di sconosciute. Comporre un numero a caso? buttare l’esca nel mare gremito di animali morbidi dai capelli lunghi, e con la sua provata astuzia, tirarne uno fuori da quella infinita scogliera di tetti e terrazze che, incominciando di fronte al suo balcone, si estendeva da tutte le parti al di là dello sguardo, e trascinarlo nel proprio letto, ancora palpitante di meraviglia verso se stessa con in bocca la tremula frase: «Non riesco a credere a quello che sto facendo», nonché impregnata di quel leggero odore di muschio che infonde l’aria fredda della strada nelle pellicce e nei capelli? No, avrebbe perduto troppo tempo. Gli mancava la pazienza per imporre un ritmo dominatore ai suoi atti e ai suoi discorsi. Cavò dalla tasca il taccuino su cui aveva ricopiato, da un annuncio pubblicitario, il numero di una non ben specificata lavorante a domicilio; lo compose lentamente e aspettò.
Rispose un uomo: «Vuole la sarta?».
(Era dunque una sarta).
«Si, per favore».
«Aspetti».

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