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29 ottobre 2019

Ode a un cinema di paese – Pablo Neruda

foto da repubblica.it
Ode a un cinema di paese – Pablo Neruda

Amore mio,
andiamo
al cinema del paesello.

La notte trasparente
gira
come un mulino
muto, elaborando
stelle.
Tu ed io entriamo
al cinema
del paese, pieno di bambini
e aroma di mele.
Sono le antiche pellicole,
i
sogni già consumati.
Lo schermo è
colore di pietra o piogge.
La bella prigioniera
del villano
ha occhi di laguna
e voce di cigno,
corrono
i più vertiginosi
cavalli
della terra.

I cow boys
perforano
con i loro spari
la pericolosa luna
dell’Arizona.
Con l’anima
di un filo
attraversiamo
questi
cicloni
di violenza,
la formidabile
lotta
degli spadaccini sulla torre,
abili come vespe,
la valanga piumata
degli indiani
apre il suo ventaglio nella prateria.
Molti
dei ragazzi
del paese
si sono addormentati,
stanchi del giorno nella farmacia,
stanchi di pulire nelle cucine.

Noi,
no, amore mio.
Non andiamo a perderci
neanche
questo sogno:
mentre
siamo
vivi
faremo nostra
tutta
la vita vera,
ma anche
i sogni:
tutti
i sogni
sogneremo.


1956

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