dipinto di Annik Bouvattier
Eros - Agatia ScolasticoANCORA
Le primavere compiute da Càrito sono sessanta
ma la cascata delle trecce è nera.
Piccoli coni di marmo si drizzano ancora sul petto,
le poppe, sciolte d'ogni fascia, nude.
Senza una ruga, la pelle distilla d'ambrosia, di mille
vezzi e lusinghe fascinose, ancora.
Filodemo
I SOLDI
Fottere è dolce: chi è che lo nega? Ma quando richiede soldi, amaro
si fa più dell'ellèboro.
Cillàctore
L' ARBITRATO
Giudice fui di tre culi: m'avevano scelto le donne, mostrando
il nudo abbaglio delle membra.
L'una brillava d'un bianco, dolcissimo fiore di glutei
che fossettine tonde suggellavano.
L'altra s'apriva: luceva vermiglia la carne di neve,
più colorita di purpurea rosa.
Mare tranquillo la terza, striato di taciti flutti:
sulla morbida pelle, inconsci fremiti.
Chi le dee giudicò, sdegnato avrebbe la vista
dei culi, se mirato avesse questi.
Rufino
L'ESPERTA
Bella una donna se grande: mi piace così, sulla soglia
della pienezza, o più matura, Sìmilo.
Certo, se giovane, stringe; decrepita, vecchia, rugosa
saprà leccarmi, Sìmilo, e succhiare.
Nicarco
L'ORGASMO
Dòride culo – di – rosa l'ho messa alla frusta sul letto,
ed ero, tra quei freschi fiori, un dio.
Ultraterrene le gambe fra cui mi serrava, correndo
senza flessioni l'arengo d'amore;
pigro lo sguardo; ma gli occhi parevano foglie nel vento,
tremolavano lucidi ai sussulti.
Poi tutt'e due fino in fondo libammo al bianco vigore;
Dòride cadde, con le membra inerti.
Dioscoride
QUAL È L' AMORE ?
No, non è amore volere una donna di splendido aspetto
fidandosi degli occhi consapevoli.
Quando, vedendo una brutta, sviati dall'estro, si ama
e nell'incendio l'anima delira,
questo è l'amore, la fiamma. Del bello s'allegrano tutti,
se c'è un gusto scaltrito che discerne.
Marco Argentario
EFFETTI
È il tuo bacio un vischio; di fuoco gli occhi, Tìmario:
se guardi, bruci e, come tocchi, leghi.
Meleagro
SORDITÀ
Sono capace, carina, d'amare chi m'ama: capace
sono però di mordere chi morde.
Non mi crucciare se t'amo; le muse colleriche, bada,
contro di te non provocarle troppo.
Altro non feci che dirlo, gridarlo, ma quelle parole
tu non le udivi, sorda come il mare.
Ora versale tu, le tue lacrime, urlando da cani:
io sto nel grembo della mia Ninfetta.
Filodemo
IL POSSESSO
Gracile fiore, tu dormi, Zenòfila. S'io ti calassi
come Sonno senz'ali sulle ciglia!
A visitarti non fosse colui che le palpebre mosse
di Zeus, e tu fossi soltanto mia!
Meleagro
I TONI
Ami? Non fare che il cuore vacilli in pieno tracollo,
colmandosi di suppliche vischiose;
abbi pensieri coperti, superba tenendo la fronte
e guardando con occhi cautelosi.
È delle donne l'incuria degli uomini alteri, e lo scroscio
di gran risate su chi troppo piange.
Ecco l'amante perfetto: chi mescola e fonde due cose,
toni pietosi e un grano di fierezza.
Agatia Scolastico
FURTI
Ròdope, i baci rubiamo, con tutto quel dolce travaglio,
ché così periglioso, di Ciprigna!
Bello sfuggire a guardiani che vedono tutto: più dolci
letti di furto che palesi amori.
Paolo Silenziario
BERSAGLI
Basta, Cupido, col cuore, col fegato! Brami scagliare?
Ad altre membra del mio corpo volgi!
Macedonio
IL PORTO
Io ti bramavo: inattesa, sei giunta; stupore m'ha scosso
dall'anima ogni ben dell'intelletto.
Tremo; sconvolgono il cuore gli assilli di brama, mi strozza
flutto d'amore l'alito di vita.
Ecco, mi vedi: parvenza di naufrago sopra la terra.
Salvami tu nel seno del tuo porto.
Macedonio
IL TRAGHETTO
Io non sono un amante del vino: se vuoi che mi sbronzi,
gustalo prima tu, dammelo: accetto.
Se con le labbra lo sfiori, restarsene sobri o scampare
alla dolcezza di chi mesce, è arduo.
Come il traghetto, fra te e me, d'un bacio, la coppa
mi trasmette la grazia ricevuta.
Agatia Scolastico
IL TRAMITE
Non mi poteva, Rodante, la fata, baciare la bocca:
tese il cinto di vergine fra noi,
prese a baciarlo: traevo sul limite opposto l'amore,
come chi volge l'acqua per canali.
Era un risucchio di baci : le labbra schioccavano baci
di rimando, da lungi, lungo il cinto.
Modo d'illudere il cruccio: quel cinto soave non era
che un tramite fra noi, da bocca a bocca.
Agatia Scolastico
ONAN
Verso l'amore, che strada si prende? Per strada, puttane,
lussuria e febbre d'oro: deplorevole.
Tenti una vergine? E dove finisci? Alle nozze legali,
se no, le pene degli stupratori.
Quanto alle mogli: chi osa destarne l'insipido amore,
se trascinato a farlo come un obbligo?
E l'adulterio? Lontano dall'àmbito vero d'amore
come la colpa di pederastia.
Quanto alle vedove: c'è la lasciva che prende chiunque
per amante; e la pensa da puttana;
c'è la pudica, che appena consuma l'amplesso, si pente,
ti mostra il fiero assillo del rimorso,
sente l'orrore del fatto, recede col suo rimasuglio
di pudore, finché ti dice basta.
Se con l'ancella t'accoppi, sopporta di fartene schiavo,
di servire, a tua volta, la tua serva.
Se con l'ancella di un altro, c'è un marchio di legge:
violenza carnale in danno di persona d'altri.
Diogene tutto evitò: si cantava da sé, con la mano,
l'inno nuziale, e s'infischiò di Laide.
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